L’alter ego di una persona è un “altro da sé”, una personalità alternativa di qualcuno, un diverso noi stessi. Il concetto di alter-ego lo troviamo in letteratura, nel cinema, nei fumetti con personaggi come dottor Jekyll e mister Hyde; Batman, alterego di Bruce Wayne; Uomo ragno, alterego di Peter Parker; Hulk, alterego di Bruce Banner. Alcuni famosi alter-ego sono il controverso Bernardo Soares e Álvaro de Campos, che disputano tra loro la posizione di alter ego del poeta portoghese Fernando Pessoa; Emilia, personalità nascosta di Monteiro Lobato; Gregor Samsa, alterego di Franz Kafka; Tom Bombadil, il segreto alterego di J. R. R. Tolkien. Ecc. Il doppio o alter-ego ha due facce, può rappresentare l’eroe che è in noi, dotato di principi morali, etico-religiosi, sociali molto elevati. Egli è pronto a sacrificarsi per il bene comune, per salvare vite umane e il mondo, è dunque quell’ideale dell’io, quell’immagine perfetta, buona, sincera, ideale appunto di noi stessi. Ma può rappresentare anche il demone interiore, la malvagità che è dentro di noi, l’animale primordiale nascosto nell’inconscio personale e collettivo di ognuno di noi. “Il concetto di “Unheimlich” di S. Freud indica ciò che è inquietante, sinistro, non confortevole, sospetto, ambiguo, infido dentro di noi stessi e designa comunque una sensazione di insicurezza, inquietudine, turbamento o disagio, suscitata da cose, eventi, situazioni o persone . Egli definisce l’Unheimlich, “il perturbante”, come “quella sorta di spaventoso che risale a quanto ci è noto da lungo tempo, a ciò che ci è familiare”. K.G. Jung lo definisce come ciò che “contiene ricordi che sono andati perduti, rappresentazioni penose rimosse, percezioni che non sono abbastanza intense da raggiungere la coscienza e, infine, contenuti che non sono ancora maturi per la coscienza”. “Esso corrisponde alla figura, variamente presente nei sogni, dell’Ombra”. Jungcosì dice in proposito: “col termine di Ombra intendo il lato negativo della personalità, e precisamente la somma delle caratteristiche nascoste, sfavorevoli, delle funzioni sviluppatesi in maniera incompleta e dei contenuti dell’inconscio personale”. L’Ombra rappresenta tutti quei contenuti psichici che sono stati rimossi e vanno a costituire lo strato dell’inconscio personale e tutti quegli aspetti primitivi e disprezzabili, inaccettabili per l’Io. Ma quanto più tali contenuti vengono scacciati dalla coscienza e quanto più l’uomo non accetta di portare con sé il suo passato, ossia “l’uomo primitivo e inferiore con tutte le sue bramosie e le sue emozioni”, tanto più tutto questo diventerà per lui estremamente pericoloso. L’alter-ego è alla base dei nostri sentimenti, delle nostre passioni e dei nostri istinti. Muove alla gelosia, all’invidia, alla calunnia, alla vendetta e al farsi giustizia da sé. Chiama in continuazione l’Io a soddisfare i suoi bisogni, lo ossessiona, lo tormenta e lo ispira. L’Ombra è la notte della coscienza, ma, come ho detto all’inizio, è anche terreno fertile in cui la coscienza può trovare nutrimento. Essa non cela solo il male, “ comprende fra l’altro delle qualità inferiori, infantili e primitive, naturali e istintive che in un certo senso renderebbero l’esistenza umana più vivace e bella ma urtano contro regole consacrate della tradizione”, ossia contro le regole della società, contro la consapevolezza dell’Io. L’alter-ego è anche il “bambino” che è in noi, l’artista, il genio, la musa ispiratrice. In quanto tale l’Ombra va conosciuta ed affrontata anche nei suoi tratti più penosi e conturbanti. Occorre darle voce, non proiettarla sugli altri al fine di evitare l’incontro doloroso col nostro alter ego oscuro, il nostro Doppio. Conoscersi vuol dire guardarsi allo specchio dell’anima, significa avere a che fare con il nostro alter-ego, questo nostro gemello interiore che è piombo e oro, vita e morte, luce e ombra al tempo stesso. Conoscere questa parte di noi stessi, accoglierla e integrarla, vuol dire realizzare il processo junghiano di individuazione ovvero maturare una personalità libera. Vuol dire anche uscire dal conflitto e dal dolore e assumere il comando del nostro essere responsabilmente. Incontrare il proprio alter-ego significa aprirsi al cambiamento, alla novità, all’integrazione delle varie parti di noi stessi e diventare adulti e padroni del proprio destino.