Sembra incredibile ma nessun candidato sindaco, a parte me, sta parlando di Centrale a Biometano! Non è opzionale farlo; tutti dovrebbero essere all’erta mentre riaffiora come emergenza assoluta. Invece fa rumore il silenzio degli altri che alimenta la distrazione di massa in cui confida chi la centrale la vuole e la sta portando avanti contro la volontà dei tarquiniesi.

È un silenzio clamoroso, considerato che appena due anni fa il bio-metano era al centro della campagna elettorale! Eppure, ad oggi, in nessun programma dei candidati a sindaco Giulivi, Moscherini, Conversini e Celli appare un solo riferimento all’imminente costruzione nel comune di Tarquinia in località Olivastro di un grande impianto per produrre Biometano dalla lavorazione anaerobica di migliaia di tonnellate di rifiuti provenienti da tutta la provincia!

La procedura autorizzativa per la sua realizzazione sta procedendo spedita alla Regione Lazio. È necessario che tutta la cittadinanza sia informata bene dei rischi che un progetto simile rappresenta per il nostro territorio.

Ricordo che meno di due anni fa è stata approvata all’unanimità dal consiglio comunale straordinario – fortemente voluto dal M5S – una delibera che sanciva la netta contrarietà di tutte le forze politiche all’impianto. Quella volontà deve essere rispettata.

A che punto siamo? Lo stesso progetto rigettato dalla Regione Lazio ad agosto 2018 per prevalenza di pareri negativi rilasciati delle autorità amministrative partecipanti, è tornato all’esame della Conferenza dei Servizi per un nuovo iter di autorizzazione integrata ambientale (A.I.A.), che si concluderà a breve. Mi auguro che le tempistiche della procedura autorizzativa regionale consentano alla nuova amministrazione che si insedierà dopo il 26 maggio di potersi esprimere su questo progetto.

Le criticità del progetto sono molteplici. L’elevata quantità di rifiuti organici trattati (25.000 tonn/anno circa, per un totale di rifiuti non pericolosi trattati di oltre 53.000 tonn/anno) sarà 25 volte superiore rispetto a quella prodotta dal comune di Tarquinia e proverrà molto probabilmente anche dalla provincia di Roma. La produzione di biogas da frazione organica dei rifiuti, da raffinare in “biometano”, destinato in parte alla produzione di energia elettrica tramite cogenerazione, comporterà inevitabilmente emissioni in atmosfera in un’area vocata a produzione agricola di qualità. Dal punto di vista urbanistico la localizzazione del progetto è del tutto incoerente con gli strumenti urbanistici; l’impianto infatti è previsto in un’area agricola classificata dal PTPR “Paesaggio agrario di valore” e la sua posizione contrasta con il vigente P.R.G. comunale. Aspetto non secondario infine è la prossimità di alcuni edifici abitati.

Se diventerò Sindaco mi opporrò con fermezza a questo progetto di impianto e, ricorrendone i presupposti, userò tutti i mezzi a mia disposizione per impedirne la realizzazione e l’esercizio sia per gli aspetti urbanistici e sia ai sensi dell’art. 216 del DR n 1265/1934 (T.U. delle Leggi Sanitarie).

Andrea Andreani, candidato sindaco M5S Tarquinia

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