Per Tedesco e De Paolis l’attuale regolamento varato dai Cinque Stelle non risolve i problemi, ma anzi lascia spazio ad interpretazioni che complicano la questione. Subito un dialogo con la Soprintendenza per definire ogni aspetto. Riscontrate difformità ai progetti in tutti e dieci i locali controllati al Ghetto
CIVITAVECCHIA – Tutto da rifare. Un regolamento che non regolamenta, ma che anzi ingarbuglia ancora di più la situazione, aprendo anche ad interpretazioni errate. Progetti nati in un modo e trasformati in tutt’altra cosa. Rapporti con gli enti competenti – in questo caso la Soprintendenza – mai concretizzati realmente. Nessun controllo iniziale per evitare quello che poi, oggi, si è trasformato in un problema da risolvere. Questo è il quadro che il sindaco Ernesto Tedesco e l’assessore all’Urbanistica Sandro De Paolis hanno tracciato in merito al regolamento sulle installazioni esterne, varato dal Movimento Cinque “che però – hanno spiegato – è insufficiente, non supera e forse complica anche il problema, facendoci tornare indietro di cinque anni”. D’altronde i verbali amministrativi elevati negli ultimi mesi parlano chiaro così come le contestazioni della Soprintendenza dopo i controlli scattati al Ghetto e che interesseranno anche altre zone del centro e del lungomare: su 10 installazioni esterne si è registrato il 100% di difformità ai progetti.
Al di là del fatto che la Soprintendenza, a quanto pare, non avrebbe mai ricevuto quel regolamento approvato dalla maggioranza grillina in Consiglio e che lo stesso ente, già ad aprile scorso, aveva sollevato delle obiezioni, senza praticamente ricevere risposte in merito, “oggi ci troviamo a dover risolvere questo problema – ha spiegato Tedesco – in campagna elettorale avevamo notato che qualcosa non andava soprattutto visti i controlli della Polizia locale che però, ci era stato detto, riguardavano la raccolta differenziata. A pochi giorni dall’insediamento, invece, ci viene comunicato l’esito dei controlli effettuati il mese precedente. Dobbiamo ricostruire un percorso che, in cinque anni, non ha avuto esito”. Già l’assessore De Paolis ha convocato Polizia Locale, Ispettorato Edilizio e Suap per trovare una soluzione comune. “Perché il regolamento sulle installazioni esterne, per capirci quelle che prevedono tende e tavolini – ha sottolineato – si è rivelato uno scorciatoia, senza avere il parere della Soprintendenza, necessario invece attraverso la Paesaggistica per un dehors, che è una struttura chiusa”. Oggi ci troviamo installazioni esterne diventate, in sostanza, dehors, proprio perché il regolamento, a detta della nuova amministrazione, non disciplina chiaramente la materia. E allora cosa fare? Secondo De Paolis bisogna innanzitutto relazionarsi con la Soprintendenza per approntare un correttivo rispetto ai punti contestati cercando di portarlo in consiglio già ad ottobre. Nel frattempo, sempre con questo ente, occorrerà avviare un discorso che porti, a stretto giro, anche a scrivere un regolamento per i dehors, attualmente mancante, dando il tempo a chi ha già investito “magari anche indotto in errore dall’attuale strumento – ha concluso – di adeguarsi. Da parte nostra c’è massima disponibilità, ma servono strumenti certi e chiari, che non lascino spazio ad interpretazioni, come invece è accaduto finora”.