Ebbene sì, ciò che in tanti ci auguravamo non accadesse mai, si sta palesando sotto i nostri occhi: la fine del carbone equivale alla costruzione di una nuova centrale a turbogas. Si prospetta per Civitavecchia e il suo comprensorio l’ennesima beffa targata Enel. Difronte alla sollevazione planetaria di una generazione che vede compromesso il proprio fragile futuro, a Civitavecchia siamo ancora alla prima rivoluzione industriale, alla strafottenza di un’azienda che non conosce vergogna neanche davanti alla sofferenza di un territorio piegato da tumori e disoccupazione. Sono giorni ed ore decisive per il futuro del nostro territorio, ma le notizie continuano a non essere positive: il ministero dell’ambiente ha dato il via libera alla prosecuzione dell’esercizio per Torre Valdaliga Nord. Tradotto: carbone fino al 2025. In aggiunta a ciò, come detto, corre spedita la richiesta di Enel per i nuovi impianti a turbogas (senza valutazione d’impatto ambientale). Carbone e gas quindi, insieme. Il “bosco delle ciminiere”, così lo ha definito il dott. Viti nell’ultimo indecoroso consiglio comunale aperto. Indecoroso perché l’attuale amministrazione continua a tergiversare, ad essere drammaticamente debole difronte alla portata della sfida che sta attraversando la città: il Sindaco Ernesto Tedesco, fino a qualche settimana fa categorico sulla fine delle fonti fossili, appare oggi ostaggio di una maggioranza, o parte di essa, che vorrebbe subito passare alla cassa, monetizzare la nuova servitù del gas a svantaggio, come al solito della riconversione ecologica e dello sviluppo alternativo. Il problema non sono le beghe condominiali di questa amministrazione, ma l’incapacità di una visione unitaria. Il Sindaco non ha presentato prescrizioni formali in conferenza dei servizi per il rinnovo dell’AIA su Tvn, ha espresso altresì preoccupazione. A noi non servono amministratori preoccupati o solidali, a noi servono amministratori che mettano in campo azioni precise, nette, di radicale discontinuità. Il Sindaco avrà l’appoggio dell’intera città se vorrà farsi portavoce delle trasversali istanze di cambiamento del modello energetico in questo territorio. Altrimenti continuerà ad essere il vice sindaco della centrale a carbone.
Rimaniamo sconcertati nel guardare anche a ciò che sta avvenendo dalle parti di via della Pisana. Impossibile pensare che con tre consiglieri regionali- De Paolis, Tidei e Porrello- oggi non ci sia uno straccio di provvedimento, mozione, iniziativa unitaria che vada verso la battaglia per la transizione ecologica di Civitavecchia, sul rifiuto di qualsiasi combustibile fossile. Eppure nei loro programmi era scritto chiaro e tondo che la Regione Lazio dovesse avere un ruolo centrale nella governance di questa fase energetica. Nulla, zero assoluto. Eppure, non più tardi di due anni fa la Regione Lazio ha approvato il suo PER (Piano Energetico Regionale) che impegna la stessa alla produzione di energia per il 38% da rinnovabili e alla riduzione del 30% dei consumi finali di energia. Attendiamo e pretendiamo un lavoro unitario in questo senso, una battaglia su cui coinvolgere tutto il consiglio regionale e soprattutto il Presidente Zingaretti.
Attendiamo dal governo nazionale, da chi ha alzato la bandiera del new green deal, un’attenzione finalmente inedita nei confronti di Civitavecchia. Per anni siamo stati un laboratorio negativo, una comunità tradita dalla ragion di Stato e dalla mediocrità di una classe politica senza idee e attributi. Oggi sentiamo la necessità non più rinviabile di essere ripagati per tanta sofferenza subita, di essere al centro di un’idea di territorio bonificato, riconvertito, un laboratorio virtuoso, insomma. Fuori dalle servitù insopportabili. Tutto questo a parziale risarcimento di ciò che si è dovuto subire. Chiediamo chiarezza, unità e determinazione. Siamo pronti alla battaglia con chiunque vorrà condividerla. Siamo pronti, già dalle prossime ore, ad esercitare la nostra legittima difesa contro l’ennesima violenza.
Comitato S.O.L.E.
Salute. Opportunità. Lavoro. Ecologia