Il comitato esecutivo dell’Agraria diserta l’assemblea aperta. Comitati e politica pretendono soluzioni. Petrelli invita i cittadini a partecipare al Cda di domenica mattina alla sede di viale Baccelli.
CIVITAVECCHIA – Un’assenza che pesa quella dell’Agraria, o meglio del comitato esecutivo dell’ente, l’organismo composto dal presidente Daniele De Paolis e i due assessori Damiria Delmirani e Renzo Crisostomi. Al consiglio comunale aperto convocato ieri pomeriggio all’aula Pucci non sono passate inosservate le poltrone vuote riservate in prima fila, accanto al sindaco di Santa Marinella Pietro Tidei, al parlamentare Alessandro Battilocchio e al perito demaniale del Pincio Alessandro Alebardi. Presenti i consiglieri dell’Agraria Stefano Godani ed Erminio Pepe, i “dissidenti”, quelli che, come sottolineato dal sindaco Tedesco in apertura di consiglio, ringraziandoli, stanno “dimostrando attenzione nei confronti della problematica”. E presenti soprattutto tanti cittadini, quelli che in questi anni si stanno battendo per avere chiarezza sull’annosa questione degli usi civici. «Da chi dobbiamo andare per tutelarci? – ha chiesto Vincenzo Battilocchio del comitato – dal 1990 ad oggi nessun politico si è interessato per risolvere il problema, è questo perché è diventato un grande affare. Perché dobbiamo conciliare? Perché siamo sotto scacco di un comitato esecutivo e di un avvocato?».
E se l’onorevole Battilocchio ha ricordato di aver presentato una proposta di legge per colmare il vuoto normativo e cercare così di dare una risposta al problema, è stato il sindaco Tidei – nel suo intervento che ha acceso il consigliere Petrelli, da sempre in prima linea sul tema e contestato poi da diversi cittadini – a proporre la presentazione di un emendamento sul Milleproroghe per una soluzione legislativa necessaria.
È stato proprio il consigliere Vittorio Petrelli a sottolineare le contraddizioni del commissario degli usi civici Pietro Catalani, «che da un lato scrive la sentenza di ottobre sulla particella di Tenuta delle Mortelle – ha spiegato – e dall’altro continua però ad accogliere tutte le conciliazioni». E allora, è proprio con Catalani, che secondo Tidei occorre andare a parlare, «in delegazione, perché è lui – ha concluso – che deve dirci come uscire».
Per il consigliere Pasquale Marino, che ha spinto per convocare questo consiglio aperto insieme alla collega Simona Galizia, occorre «indire una riunione tecnica amministrativa – ha spiegato – con Regione, Comune ed Agraria come proposto anche in via informale dal commissario per trovare la soluzione politica, chiedere alla Regione il ritiro della determina dirigenziale del 2013 e di fare propria la perizia Notari utile per formulare la sentenza di ottobre, ribadendo la necessità di commissariare l’Università Agraria per poter avviare gli incontri risolutivi senza pregiudizi». Di una cosa è certo Petrelli: «Dentro l’Agraria c’è ormai poco di istituzionale. Dal 1827 non ci sono più usi civici: chiediamo il rispetto degli atti». Secondo l’assessore Emanuela Di Paolo non bisogna abbassare la guardia. Si è detta disponibile ad incontri con comitati e forze politiche, anche se la questione, lo ha ribadito, non deve confinarsi nella politica. Ma la politica può e deve oggi affrontare di petto la questione e risolverla una volta per tutte. Per il consigliere regionale Devid Porrello gli usi civici sono “una delle più grandi ingiustizie degli ultimi tempi”. Quale perizia è valida? Chi ha la titolarità amministrativa e legislativa? Come si può risolvere la controversia infinita? Sono tante le domande e molti gli interventi che si sono susseguiti, a conferma di quanto la questione sia sentita.
L’appuntamento, come ricordato da Vittorio Petrelli, è per domenica mattina, sotto l’Agraria, in occasione del consiglio di amministrazione convocato dall’ente su richiesta di cinque consiglieri.