Mai era successo che la processione della martire si fermasse (tranne durante la guerra tra il ‘44 e il ’45), nel 1946, sfilò persino tra le macerie.
Dal dopoguerra oggi è la prima volta che le vie della città non verranno percorse dalla statua della nostra patrona, dal corteo storico, dagli sbandieratori, dalle bande musicali che insieme si fanno largo tra le ali di folla dei civitavecchiesi festanti.
Questa mattina ho partecipato, con mestizia e malinconia, alla Santa Messa nella Chiesa Cattedrale celebrata dal nostro Vescovo S.E. Mons. Luigi Marrucci. Insieme a me, al Comandante del Porto Vincenzo Leone, una ristretta delegazione dell’Amministrazione in rappresentanza di tutti i cittadini: il vicesindaco Grasso, il presidente del consiglio comunale Mari, il comandante della Polizia locale Berti.
E come è accaduto a Pasqua, mi sono commosso pensando alla situazione che stiamo vivendo, alle famiglie in difficoltà, alle persone che ci hanno lasciato.
Dopo l’esposizione delle reliquie della Santa sul sagrato della Cattedrale, insieme al Comandante Leone abbiamo raggiunto il monumento posto dinanzi l’ingresso del Forte Michelangelo per omaggiare la patrona dei naviganti e del nostro porto.
Li immaginavo diversi i miei primi festeggiamenti da Sindaco.
Sarebbero dovuti essere lunghi e indimenticabili.
La messa, la processione, il corteo storico, il palio marinaro, tutti i tradizionali eventi organizzati dal Comitato Permanente dei Festeggiamenti erano inseriti in un lungo programma di eventi che iniziava con la Gran Fondo dell’Etruria (corsa ciclistica a squadre) e culminava con lo show acrobatico delle Frecce Tricolori.
Un investimento importante in termini di impegno e risorse che sarebbe servito a rilanciare l’immagine di Civitavecchia, richiamando migliaia e migliaia di turisti da tutto il centro italia, con un ritorno economico importante per le attività ricettive, commerciali, dei servizi.
E invece ci troviamo a fare i conti con una pandemia che ci ha travolto.
Mi dispiace anche per il mancato incontro annuale tra Amelia, rappresentata dal suo valente sindaco Laura Pernazza, e Civitavecchia per rinsaldare il gemellaggio tra le due città nel nome della comune patrona.
Ci mancheranno il vociare festoso dei civitavecchiesi e l’ammirazione dei turisti, ma nel cuore vivremo i ricordi delle immagini degli anni passati, nel cuore sentiremo il senso di un sacrificio necessario per salvare le vite umane, nel cuore crescerà ancora più forte il sentimento di riscatto per la nostra comunità che, unita e solidale, saprà farcela.
Siamo gente di mare, la rassegnazione non è nel nostro patrimonio genetico, siamo abituati ad affrontare e sedare le tempeste uscendone sempre vittoriosi, e grazie anche alle nostre tradizioni cristiane che rappresentano l’ossatura della nostra identità, torneremo quelli di prima. Il Sindaco Ernesto Tedesco su facebook.