In uno sconcertante comunicato stampa, l’ANPI di Santa Marinella chiama “Parco delle Foibe” il giardino in memoria dei martiri e degli esuli di Istria Fiume e Dalmazia – perché forse lo chiamerebbe così nel suo stato ideale e, contemporaneamente, getta fango sulla Medaglia d’oro al valor civile Norma Cossetto. La ragazza, che fu sequestrata, violentata, assassinata e gettata in una foiba dai partigiani comunisti titini, a più di settantacinque anni dal suo martirio viene nei fatti uccisa una seconda volta.
A seguito della votazione in consiglio comunale, a favore di una mozione per dedicare al suo ricordo, un luogo pubblico per Santa Marinella, Marinella Elia presidente della sezione ANPI di Santa Marinella si avventura in tesi negazioniste e addirittura infamanti, arrivando addirittura ad affermare che “non ci sono testimonianze di alcun genere su come fu assassinata e da chi la giovane Cossetto, né se fu violentata e il suo corpo straziato.”
Forse alla presidente non basta fare politica ma crede di essere l’unica depositaria della memoria e della storia italiana. Nel frattempo, con l’antifascismo la sua organizzazione dopo settantacinque anni, riceve ancora intorno al milione di euro l’anno di contributi dallo stato, per infamare la vita e la storia di tanti italiani.
La maschera della tolleranza e del “rispetto per tutte le donne” – come recita un manifesto dell’ANPI dello scorso mese – è venuta fuori. In consiglio comunale, gli aderenti dell’ANPI parlano di superamento del clima ideologico e di iniziative inclusive per tutte le vittime, poi nelle segrete stanze coltivano lo stesso odio e la stessa ferocia che tanti italiani innocenti dovettero subire in quei tragici anni a cavallo del 1945.
In questi giorni però, le cose sono andate e andranno diversamente.

Il direttivo del Centro Studi Aurhelio

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