Da ottobre 2019 è chiuso il Centro per l’impiego (CPI) di Civitavecchia. La Regione Lazio, dopo il ritrovamento, in due successive occasioni, di un topo morto negli uffici, ha considerato i locali di via Lepanto 13 inadatti allo svolgimento delle attività. Il CPI è stato trasferito velocemente nei locali del Centro di Tarquinia, anch’essi non idonei non avendo spazio sufficiente ad accogliere tutto il personale di Civitavecchia che, infatti, è stato diviso tra Tarquinia e Cerveteri (i navigator, che gestiscono il reddito di cittadinanza sono stati trasferiti a Cerveteri). Lo spostamento “temporaneo” è ancora in atto (dopo quasi un anno e mezzo). Anche se l’emergenza della pandemia ha ridotto l’accesso al pubblico nessuna novità amministrativa fa presagire la riapertura del CPI a Civitavecchia. Il disagio creato è evidente: un bacino d’utenza di più di 70.000 abitanti (il Centro è riferimento, oltre che per Civitavecchia, per Tolfa, Allumiere e S. Marinella) deve fare riferimento a Tarquinia utilizzando collegamenti complessi e spesso precari e le difficoltà per raggiungere la città viterbese sono note a tutti.
Neanche la grande crisi occupazionale che sta attraversando l’area fa comprendere agli amministratori pubblici quanto ancora più necessaria sia la presenza degli uffici nella città. Il grande disagio riscontrato dal momento della chiusura è stato in parte mascherato dalla pandemia che ha costretto le attività a svolgersi in remoto. Ma questo ha ulteriormente aggravato il problema. Ricordiamo che non tutti dispongono delle attrezzature tecnologiche necessarie, parte degli utenti è iscritto alle liste delle categorie protette, con tutte le difficoltà che queste hanno o per seguire i procedimenti on line o semplicemente raggiungere Tarquinia qual’ora si ravveda la necessità di organizzare un incontro in presenza.
Il tempo passa, le situazioni si aggravano ma non sembra che i rappresentanti delle istituzioni, dall’Assessore al Lavoro della Regione Claudio Di Berardino, ai sindaci del comprensorio (Tedesco di Civitavecchia, Tidei di S. Marinella, Pasquini di Allumiere, Landi di Tolfa) vogliano risolvere il problema. Nessuna delle Amministrazioni locali si è proposto per ospitare il Centro dimostrando disinteresse completo per chi in quest’area sta subendo in prima persona gli effetti devastanti della crisi economica. Probabilmente la Regione è occupata nell’organizzazione della nascente Agenzia del Lavoro (agenzie come panacea) che dovrebbe gestire i Centri. Visto come si sta procedendo con il caso Civitavecchia la paura è che tutta l’attenzione alla nascente Agenzia sia più l’interesse alla gestione di nuove poltrone piuttosto che un serio e necessario intervento per migliorare il funzionamento e l’efficacia dei Centri per l’impiego.
PRC – Sinistra Europea
Federazione di Civitavecchia