Il Gran Premio Liberazione è tornato in calendario dopo due anni di assenza e lo fa in grande stile, con una gara combattuta fino all’ultimo metro. Una tipica giornata primaverile ha fatto da cornice alla corsa nata nel 1946 grazie a Eugenio Bomboni, e organizzata, a partire da quest’anno, dal nuovo comitato organizzatore, il Team Bike Terenzi, che è subentrato alla Primavera Ciclistica al timone della gara.

Per il ritorno in calendario del “Mondiale di Primavera”, sono state presenti alle Terme di Caracalla molte autorità. Roberto Tavani, delegato allo sport della Regione Lazio; Daniele Frongia, assessore allo sport di Roma Capitale; Angelo Diario, presidente della commissione Sport, Benessere e Qualità della Vita di Roma Capitale; Sabrina Alfonsi, presidente del I municipio, insieme all’assessore allo sport del I municipio Emiliano Monteverde. Sono stati presenti anche Renato Di Rocco, vicepresidente dell’Unione Ciclistica Internazionale, Cordiano Dagnoni, presidente della Federazione Ciclistica Italiana, Maurizio Brilli, presidente comitato regionale Lazio FCI, Gianni Bugno, vincitore dell’edizione del 1985 del Gran Premio Liberazione, e Riccardo Viola, presidente del Coni Lazio. La gara è stata preceduta da un minuto di silenzio per commemorare la memoria di Silvia Piccini, uccisa a 17 anni mentre si stava allenando in sella alla sua bicicletta.

29 squadre provenienti da ogni parte del mondo hanno reso prestigio alla 74/a edizione del Mondiale di Primavera, in una gara che è stata percorsa ad altissima velocità fin dalle prime tornate. Tantissimi sono stati i tentativi di fuga nel corso della gara, ultimo dei quali quello portato avanti da un quartetto composto da Christian Bagatin (Iseo Rime), Davide De Cassan (Cycling Team Friuli), Alessio Bonelli (Biesse Arvedi) e Nicholas Agostini (General Store), corridori che sono scattati a due giri dalla conclusione. All’ultimo giro il drappello diventa di cinque corridori, in quanto Alois Charrin (Swiss Cycling Academy) riesce a raggiungere i quattro fuggitivi. All’altezza del passaggio davanti alla Piramide Cestia il gruppo torna però compatto.

Il 74/o Gran Premio Liberazione si decide quindi allo sprint, dove Michele Gazzoli (Team Colpack Ballan) riesxce ad imporre la propria legge con grande autorevolezza. Alle sue spalle salgono sul podio Nicolò Pencedano (MgKVis-VPM), in seconda posizione, mentre chiude terzo Lorenzo Quartucci (Zalf Euromobil Desiree Fior). Nicholas Vinokourov (UC Monaco) si è aggiudicato il premio della combattività, dedicato ad Antonio Pagliara.

Gazzoli, specialista della pista, dopo il traguardo ha affermato: “E’ stata una vittoria fantastica, cercata da me e dalla squadra, che mi ha dato la massima fiducia. L’esperienza su pista mi ha permesso di non partire troppo lungo allo sprint e giocarmi le mie carte negli ultimi metri. Inoltre, quando sono entrato secondo all’ultima curva, mi sono detto “è fatta”, perché quella è la mia distanza. Oltre alla mia squadra, dedico il successo a Silvia Piccini, scomparsa pochi giorni fa. Mando un grande abbraccio alla famiglia. Volevo sensibilizzare sull’argomento della sicurezza stradale: questa perdita è molto grave, ed è la conferma dei pericoli che noi ciclisti viviamo ogni giorno sulle strade. A casa abbiamo tutti una famiglia, quindi deve esserci rispetto reciproco. Purtroppo non abbiamo una corazza che possa difenderci”.

Dopo la gara Under 23 si svolgeranno il Merida Liberazione Juniores e il Trofeo Romano Scotti Liberazione Allievi.

RaiSport trasmetterà una sintesi della corsa alle ore 17:10, al termine della Liegi-Bastogne-Liegi, con telecronaca di Stefano Rizzato e Giada Borgato.

ORDINE DI ARRIVO 74/o Gran Premio Liberazione, Roma-Roma, 138 km:

  1. Michele Gazzoli (Team Colpack Ballan);
  2. Nicolò Pencedano (MgKVis-VPM);
  3. Lorenzo Quartucci (Zalf Euromobil Desiree Fior)

Credit fotografico Simone Lombi

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