La tarquiniese Silvia Casanova ricoverata a Belcolle. Le sue condizioni sono gravissime. Il marito Andrea: “Quando tornerà a casa dovrà essere assistita adeguatamente.”
È ricoverata da giovedì scorso, in condizioni gravissime, presso l’ospedale di Belcolle a Viterbo, la tarquiniese Silvia Casanova, ammalata di CIPO, Pseudo Ostruzione Intestinale Cronica.
A renderlo noto è il marito Andrea, che è al capezzale della consorte notte e giorno e segue con apprensione l’evolversi degli eventi. Si spera che Silvia possa tornare presto a casa e in questo caso dovrà esserle assicurata una maggiore assistenza domiciliare.
Infatti, al momento Silvia viene assistita nel suo domicilio per due ore al giorno da un infermiere e due ore da operatore socio sanitario, grazie all’assistenza domiciliare integrata (ADI). La famiglia chiede un’assistenza domiciliare più completa, la cosiddetta assistenza domiciliare integrata ad alta intensità (ADIAI), che prevede più ore a beneficio della donna.
Questo perché la sua situazione clinica è tale da rendere necessarie cure giornaliere maggiori rispetto a quelle che le sono fornite attualmente. Il problema di Silvia e simile a quello di altri ammalati. Infatti, sono 54 i pazienti gravi nella nostra provincia che sono soggetti ad assistenza domiciliare.
Ma l’ADIAI nella Tuscia è garantita ai soli pazienti tracheotomizzati, mentre Silvia non essendolo non usufruisce di questa maggiore assistenza e quindi, pur versando in condizioni gravissime, non beneficia della presenza di personale specializzato per più ore presso il suo domicilio.
La tarquiniese è nutrita artificialmente, soggetta a idratazione continua, collegata sempre a un elettrocardiografo, ha una grave insufficienza respiratoria che la costringe a indossare sempre la maschera dell’ossigeno e ha un’insufficienza epatica gravissima.
Si spera che la ASL di Viterbo trovi al più presto una soluzione. Comunque, da contatti avuti da Marzia Bertocchi, portavoce dei malati di CIPO, sembra che questa si possa trovare in tempi brevi, grazie alla sensibilità dimostrata dai dirigenti ASL contattati. Sempre nell’ottica che Silvia torni presto a casa, anche perché le sue condizioni non possono che peggiorare e quindi lei ha il diritto di essere assistita adeguatamente.
“Non molliamo – dichiara Marzia Bertocchi, portavoce dei malati CIPO di tutta Italia – seguiremo tutte le strade percorribili per assicurare un’assistenza adeguata alla nostra amica Silvia. Conto sulla disponibilità dimostrata dalla ASL di Viterbo per una rapida soluzione del problema.”
La CIPO, pseudo ostruzione intestinale cronica è una sindrome severa, grave e degenerativa, considerata una delle più insidiose tra le malattie gastrointestinali. Colpisce l’apparato digerente, danneggiando i muscoli e/o i nervi che costituiscono la parete dell’intero canale alimentare e ne altera le funzioni. È caratterizzata da complicanze protratte nel tempo di tipo invalidante, che possono mettere a rischio la vita del paziente.
Marzia Bertocchi, portavoce malati CIPO in Italia