Con l’invio di 5mila lettere nelle case dei cittadini, l’amministrazione comunale sta informando la popolazione riguardo al deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. La Sogin ha pubblicato la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) ad accogliere il deposito nazionale di rifiuti radioattivi. Montalto di Castro è uno dei pochi comuni in Italia ad essere interessato da ben quattro aree ritenute idonee all’installazione di questo deposito.

In proposito il Consiglio Comunale, già il 16 gennaio scorso, all’unanimità ha approvato una mozione del gruppo di maggioranza, chiedendo di mettere in atto ogni azione al fine di ufficializzare le ragioni che determinano la contrarietà e di darne ogni forma di pubblicità.

È previsto che, ai risultati di Sogin, vengano redatte delle osservazioni critiche che il Comune sta elaborando con i legali e tecnici, nelle quali l’ente chiederà gli aspetti che motivano l’assoluta contrarietà. Essi derivano dall’analisi dei parametri utilizzati dalla stessa Sogin per l’individuazione delle aree idonee, che ci risultano errati ed in contrasto con le linee guida europee e nazionali. «Non si tratta, quindi di dire semplicemente: “qui no, ma da altre parti sì” – spiega il sindaco Sergio Caci -. Le norme stesse indicano, sia in linea generale che specifica, la non idoneità del nostro territorio a tale installazione. Ciò, con la correttezza, serietà che questo difficile argomento di interesse nazionale ci impone, senza limitarci a prese di posizione generiche ed incoerenti.

Insieme alle amministrazioni pubbliche, singoli cittadini, comitati ed associazioni si sono organizzati anch’essi per esprimere la loro contrarietà. Li ringraziamo per il lavoro che stanno portando avanti e le raccolte firme che hanno organizzato per informare la popolazione. Firmate. Le tesi sostenute da più persone hanno più peso.

I tanti investimenti pubblici e privati fatti in cultura, turismo, decoro, sviluppo del territorio e agricoltura – conclude il sindaco – rischiano di essere vanificati da una decisione calata dall’alto, non condivisa con gli enti locali e mal gestita».

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