La notizia della donna sequestrata, torturata e violata per quasi tre giorni ci colpisce come donne, ma deve colpire l’intera comunità. La prima urgenza che sentiamo, è quella di stringerci attorno alla vittima di questa barbarie e di non farla mai più sentire sola.
La seconda cosa che ci sentiamo di dire, a tutte le donne, è: la risposta non è “passerà”, non è “cambierà”, non è il silenzio.La terza riflessione, che rivolgiamo a tutta la nostra comunità, è che nessuna donna deve sentirsi sola, né restare in silenzio: esiste una rete che connette le istituzioni governative e sanitarie, le forze dell’ordine, tante meritorie realtà associative che sono sul nostro territorio.
Se c’è anche solo un segnale, un campanello d’allarme che suona, immediatamente rivolgetevi senza alcuno scrupolo a chi è lì per aiutarvi.Per ultimo, un appello a tutti: mai girare la testa dall’altra parte! Ritroviamo il senso di comunità e di umanità.