“Le turbine non sono una proposta accettabile: Enel si impegni a realizzare una Gigafactory a Tv Nord”.
Il Consiglio comunale, con la seduta aperta sul futuro del polo energetico avvenuta ieri sera, ha impresso una svolta storica ai rapporti tra il Comune ed Enel. E lo ha fatto grazie a una proposta concreta, che da delegata ai rapporti con Enel ho condiviso col sindaco Ernesto Tedesco, proposta che guarda a un futuro sul quale i cittadini avevano già dato precise indicazioni, sposando il nostro programma elettorale.
Come spiegato diffusamente durante i lavori del consiglio, se c’è un luogo in cui la transizione energetica ed ecologica deve essere accelerata, quel luogo è Civitavecchia. Lo Stato italiano ce lo deve, se non altro per il contributo che abbiamo dato allo sviluppo della nazione, producendo mediamente ogni anno nel nostro Comune quasi un ventesimo dell’intera elettricità nazionale. L’abbandono delle fonti fossili nei sistemi elettrici, che la nuova strategia europea prevede entro poco più di un decennio per tutto il continente, deve idealmente e praticamente cominciare da territori come il nostro.
La chiusura della centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord deve necessariamente essere accompagnata da una strategia di riconversione dell’economia ad essa legata, oltre che dell’area occupata. Non è accettabile per Civitavecchia una strategia che punti ad installare nuove turbine a gas che gli esperti definiscono “capacity”, nel senso che produrranno pochissime ore all’anno, solo in caso di necessità del sistema elettrico nazionale, principalmente per bilanciare la produzione intermittente di impianti eolici e fotovoltaici che avverrà altrove. Oltre al danno di questi 70 anni di sacrifici, sarebbe la beffa di una strategia di uscita disastrosa sul piano occupazionale e obsoleta sul piano industriale, avendo poco o nulla a che fare con la transizione energetica in atto, che invece altrove procede a grande velocità, come peraltro ENEL sa benissimo essendone tra i protagonisti su scala mondiale.
A nostro giudizio, ci sono solo due strade da percorrere, che possono evitare il disastro occupazionale previsto. La prima possibilità è la restituzione dell’area alla città, con la completa bonifica ed il ripristino dell’intera zona. La seconda possibilità è che l’area resti un polo industriale energetico e contribuisca con forza alla transizione energetica, mantenendo il livello occupazionale e anzi aumentandolo, visto lo sforzo enorme che la sfida della decarbonizzazione richiede al Paese ed al continente intero, attraverso la realizzazione di una cosiddetta “Gigafactory” per moduli fotovoltaici o per batterie, o al limite per elettrolizzatori, come ce ne sono in costruzione in tutta Europa e anche nel nostro Paese. Quello che una volta ENEL chiamava “Polo Termoelettrico”, ora deve chiamare “Polo della transizione energetica”.
ENEL ovviamente sa benissimo di cosa stiamo parlando. Anche perché a Catania è già impegnata in una attività del tutto analoga. Le particolari caratteristiche di Torrevaldaliga Nord, uniche in Italia, rendono Civitavecchia il sito ideale per ospitare una Gigafactory. Inoltre il territorio, oltre a una posizione logistica invidiabile, vanta una lunga tradizione di scuole tecniche per periti industriali ed operai specializzati.
Il mercato mondiale va in quella direzione ed anzi, in ottica di energy storage, il Gruppo Enel sarà in futuro tra i maggiori acquirenti al mondo di elettrolizzatori e/o batterie Li-Ion per applicazioni statiche. La Gigafactory potrebbe quindi avere un avviamento commerciale a basso rischio, basato su un mercato captive, dando al Gruppo Enel un nuovo posizionamento nell’ambito della manifattura di componenti abilitanti per la transizione energetica, in analogia alla fabbrica di moduli fotovoltaici che la stessa Enel ha a Catania. Se poi Enel non volesse investire direttamente, almeno che si impegni seriamente e subito ad attrezzare l’area adeguatamente per renderla davvero appetibile per investitori o a trovare partner adeguati, ad esempio con accordi quadro per l’approvvigionamento dei componenti ivi prodotti.
Ecco a cosa pensiamo: a un polo energetico-ambientale, manifatturiero, di innovazione, di studio e formazione di rilevanza almeno europea, con prospettive di crescita socioeconomica di lungo periodo per l’intera collettività, anche sulla scia dello European Green Deal e della European Hydrogen Strategy. Questa è la proposta che vogliamo portare avanti con forza.
Enel e la città devono immaginare insieme un futuro di riconversione del polo energetico in un importante polo della transizione ecologica. L’alternativa non può essere quella di mantenere il sito industriale sostanzialmente vuoto, non bonificato e con uno o due turbine a gas di scorta per il sistema elettrico: Civitavecchia non sa che farsene.
Barbara LA ROSA