Il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa entrarono ad Auschwitz, abbatterono i cancelli di quel campo di prigionia e mostrarono al mondo intero il volto disumano della barbarie nazista. Per questa ragione il 27 di gennaio è il giorno che è stato elevato a simbolo internazionale, in memoria della pianificazione sistematica, nell’ultima guerra, dello sterminio degli ebrei. Nel nostro Paese è anche altro: è condanna per le leggi razziali fasciste del 1938, per la persecuzione in Italia dei cittadini ebrei e dei nostri connazionali che hanno subito la deportazione, la prigionia e la morte.
Abbiamo il dovere di ricordare, affinché la tragedia non si ripeta!
Il colpo di frusta alla nostra memoria storica deve tornare utile perché non si guardi con occhio disattento, o talvolta persino indifferente, alle mille ingiustizie che ci circondano; alle varie forme di razzismo; ai morti per fame e sete; ai poveri della terra e ai numerosi conflitti in atto in varie parti del pianeta.
La guerra, con il suo carico di sofferenze, di sangue versato, di interi popoli costretti alle privazioni o a lasciare la propria terra non è qualcosa di lontano; non è qualcosa che appartiene solo al passato e, purtroppo, non è qualcosa di irripetibile.
I popoli, in ogni nazione, non debbono cessare di tenere alta la bandiera della pace.
Ai conflitti conseguono inevitabilmente devastazioni sociali ed economiche che non risparmiano nessuno ma cadono prevalentemente sulle spalle dei più deboli e degli ultimi.
Dunque, non si tratta solo di commemorare e di rendere il giusto onore agli ebrei, vittime della shoah, ai caduti e ai perseguitati dell’ultima guerra.
Dobbiamo fermarci per qualche minuto, in silenzio, allontanando da noi il rumore arido di una modernità del consumo per ascoltare il monito del “secolo orribile”, che ci siamo lasciati alle spalle. E’ nel silenzio del ricordo che sentiamo, con apprensione, soffiare venti di guerra ad Est, nel Pacifico, ed anche in continenti apparentemente lontani ed è forte il timore che per l’umanità intera siano in pericolo la serenità e la speranza nel futuro.
Così, mentre ricordiamo l’olocausto abbiamo il dovere di rinnovare il nostro impegno per la pace, per la libertà, per la giustizia e perché tutti, ovunque, abbiano pari opportunità e possano godere di una vita dignitosa.
Il Segretario del Circolo del PD di Civitavecchia
Piero Alessi