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Se però noi facciamo sdraiare a pancia in giù su di un prato dei bambini o degli adolescenti e chiediamo loro di osservare attentamente ciò che vedono per diversi minuti e in silenzio molto spesso accade che al loro rialzarsi hanno espressioni pensierose e tendono ad allontanarsi dal prato facendo attenzione ai loro passi. Prima erano felici e non curanti di corre, ora sono attenti e pensierosi. Si sono accorti che l’erba è viva, è bella e profuma e nasconde fiori, insetti, tane, semi, ecc. Ogni passo che facciamo su un prato distruggiamo vita e bellezza. Da dove vengono l’attenzione, la sensibilità, l’accortezza, l’empatia, la gentilezza se non dalla consapevolezza? La consapevolezza è la base dell’amore e del rispetto per sé stessi e per ogni forma di vita. Molto del male che facciamo o che riceviamo proviene dall’ignoranza e dalla distrazione. Dovremmo educare molto di più le nuove generazioni allo sviluppo dell’attenzione e del ragionamento e far fare loro esperienze sensoriali vere e dirette, all’aria aperta e nella realtà e smetterla di parcheggiare i ragazzi davanti ai cellulari o ai videogiochi o sui banchi di scuola dove studiano sui libri e fanno i compiti a casa. Tutto questo addormenta le coscienze, i sensi e i talenti. L’esperienza, il confronto e il ragionamento, invece, formano l’uomo che impara a conoscere dall’esperienza. Con questo esercizio della ragione su ciò che viviamo realmente si sviluppano criteri sempre più veri e corretti per descrivere ciò che per noi è bene, felicità, amore e realizzazione. Altrimenti accade che la nostra spinta al bene sia condizionata da criteri impropri, puerili o addirittura sbagliati. Basti pensare, ad esempio, a quelle persone che dicono di “amare” la propria compagna e proprio per questo la ossessionano con la loro gelosia, la controllano e la limitano “per proteggerla” fino a farle del male per “farla ragionare”. L’amore, invece, è una espressione della consapevolezza e della maturità che proviene dall’esperienza ma soprattutto è amore quando siamo disposti a rinunciare a noi stessi e ai nostri egoistici bisogni in favore del bene dell’altro.

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