Il Governo italiano guidato dalla destra, con una decisione arbitraria, disumana e in aperta violazione dei Trattati e delle Convenzioni internazionali vieta lo sbarco a persone, tratte in salvo dai pericoli del mare, da navi di proprietà di ONG (Organizzazioni Non Governative), attualmente ormeggiate nel porto di Catania.
Il Governo Meloni, anche in questa circostanza mostra il suo volto peggiore, sempre che ce ne sia uno migliore, attuando politiche volte a perseguitare i più deboli.
Non può sfuggire, nel caso specifico, che il linguaggio e i termini utilizzati, oltre che volgari, osceni, xenofobi e razzisti come “carico residuale” e “sbarco selettivo”, sono scelti opportunamente e con cura al fine di creare un clima di ambiguità.
La definizione, infatti, di “migranti irregolari” è del tutto impropria.
A Catania, in attesa di essere sbarcati, sono a tutti gli effetti “persone naufraghe” e in quanto tali hanno pieno diritto, non solo in accordo con l’universale “legge del mare” ma nel rispetto delle normative internazionali, ad essere condotte verso il porto sicuro più vicino. Solo a sbarco avvenuto e dopo aver loro garantito cure e ristoro si potrà chiarirne la posizione. Sino ad allora si sta parlando di naufraghi.
Inoltre, potrebbe trattarsi di esseri umani richiedenti asilo, cioè provenienti da Paesi in guerra, o perseguitati per motivi religiosi o politici. Fermo restando che anche fuggire dalla fame e dalla sete è una buona motivazione! Comunque, rifiutarsi di aprire le proprie frontiere a chi chiede asilo non sarebbe solo contrario a normali principi di umanità ma, per le sue conseguenze, un’azione che non si fatica a definire criminale.
Non vi è alcun dubbio che il problema della migrazione debba essere questione che l’Europa dovrebbe affrontare con spirito unitario e solidale ma questo non ha nulla a che vedere con il dovere di salvare vite umane ed accogliere chi ne ha bisogno.
I porti devono essere aperti. Per antica definizione luoghi sicuri ove trovare riparo e protezione.

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