Un viaggio a tappe seguendo il vento in passi celebri della Bibbia e dei Vangeli. Un dialogo a due voci con il docente di storia contemporanea Tiziano Torresi che ha conquistato la platea presente il 19 novembre al teatro comunale “Rossella Falk”.
![](https://usercontent.one/wp/www.0766news.it/wp-content/uploads/2022/11/Incontro-con-Vito-Mancuso-300x200.jpg)
![](https://usercontent.one/wp/www.0766news.it/wp-content/uploads/2022/11/Incontro-con-Vito-Mancuso-1-300x200.jpg)
Il “Primo libro dei Re”, con l’episodio del profeta Elia che si rifugia nel monte Oreb, dove Dio si manifesta come una brezza leggera di vento, voce del silenzio, è la seconda tappa. Ed è lo spunto per Torresi di chiedere a Mancuso che valore abbiano, nella contemporaneità, la solitudine e l’ascoltare la voce tenue del silenzio. “Il primo obiettivo dei regimi totalitari è togliere alle persone ogni possibilità di solitudine, pensiero libero e autentico – ha affermato il filosofo e teologo -. La solitudine non è isolamento ma raccoglimento, quando lasciamo fuori il chiasso del mondo. È il primo elemento per l’elaborazione. L’obiettivo finale è il “logos”. La Bibbia contiene la parola di Dio. La parola di Dio è energia ed è capace di creare armonia, giustizia e amore. Questa è la logica della vita. Crea un sistema aperto. Se c’è troppa chiusura, infatti, non può arrivare il vento, la voce del silenzio”.
![](https://usercontent.one/wp/www.0766news.it/wp-content/uploads/2022/11/Il-docente-di-storia-contemporanea-Tiziano-Torresi-300x200.jpg)
Altra fermata, l’incontro di Nicodemo, dottore della Legge, fariseo e membro del Sinedrio, con Gesù. L’uomo viene spiazzato dalle parole di Gesù: “Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito”. “Il cristianesimo è perciò più regola o invito alla libertà”, ha chiesto Torresi. “Dio è spirito e soffia dove vuole – ha risposto Mancuso – È la manifestazione dell’inevitabile vento. Se il cristianesimo fosse stato interpretato in maniera esistenziale la storia dell’occidente sarebbe stata diversa. Nelle grandi religioni come il cristianesimo, l’ebraismo, l’islam è sempre stata sempre presente la “volontà di potenza”, perché sono costruzioni umane”.
Tappa finale del dialogo a due voci il vento nella scena finale della Pentecoste. “Persone impaurite, chiuse in se stesse, pensano che la vicenda di Gesù sia stata un fallimento – ha evidenziato Torresi -. Si mettono in cammino dopo l’arrivo improvviso del vento dello Spirito Santo. La paura è un elemento essenziale del nostro tempo. Perché la teologia ha difficoltà che sentimenti come la paura siano un luogo teologico e il cristianesimo come messaggio contro la paura che destino ha?”. “La paura è la prima delle sei emozioni fondamentali e universali, con rabbia, felicità, tristezza, disgusto e sorpresa – ha affermato Mancuso -. Rispetto alla paura c’è il coraggio. È una virtù e se non lavori non la crei. Le sette virtù sono fede speranza e carità, dette teologali; prudenza, giustizia, fortezza e temperanza, chiamate cardinali. Ma la prudenza deve essere intesa come saggezza. La saggezza è la prima virtù cardinale. Dalla saggezza la persona si dirige verso la giustizia, poi la fortezza o coraggio e infine verso temperanza. Ma la paura rimane sempre. È un’emozione, non bisogna negarla ma capirla per poi metterci il coraggio”.