La cardiochirurgia dell’Ospedale San Carlo di Nancy, ad un anno dall’accreditamento con il SSN, si colloca come punto di riferimento per il territorio.

ROMA – Il fenomeno della migrazione sanitaria nel Lazio segna un saldo negativo tra pazienti che scelgono di farsi curare fuori regione e quelli che invece arrivano in Regione attratti da strutture che sono un’eccellenza nel panorama sanitario laziale e nazionale. Secondo un recente report della Corte dei Conti sulla mobilità sanitaria interregionale, nel decennio 2012-2021 la “fuga” di pazienti è costata alla Regione Lazio 2,15 mld di euro.

Tra le strutture ospedaliere che invertono questo fenomeno e attraggono la mobilità extraregionale soprattutto nell’ambito della cardiochirurgia c’è Ospedale San Carlo di Nancy.

“A un anno dall’accreditamento della cardiochirurgia di Ospedale San Carlo di Nancy con il Servizio Sanitario Nazionale, abbiamo ottenuto risultati brillanti, sia dal punto di vista dei volumi che dal punto di vista dei risultati clinici. Tutto ciò fa di questo ospedale un punto di riferimento sul territorio laziale e nazionale per il trattamento delle patologie cardiache, che vanno dall’insufficienza mitralica, allo scompenso cardiaco, agli aneurismi e alle problematiche maggiori di natura coronarica e vascolare, senza dimenticare gli interventi di bypass spiega il prof. Giuseppe Speziale, coordinatore della cardiochirurgia di GVM Care & Research e Presidente della Mitral Academy -. Con l’accreditamento al SSN, Ospedale San Carlo di Nancy aggiunge un tassello alla qualità della rete sanitaria regionale per contribuire a mantenere i pazienti in Regione e ad attrarne da quelle limitrofe”.

Risultati resi possibili grazie al know how di GVM Care & Research, di cui la struttura fa parte e che ha nel trattamento delle patologie cardiovascolari il suo punto di forza con quasi il 20% degli interventi eseguiti in Italia, e alla combinazione di tecnologie e tecniche all’avanguardia – come la transcatetere, la mininvasiva e la ultramininvasiva – con una formazione costante, il tutto a beneficio del paziente (trauma chirurgico molto ridotto e tempi di recupero post operatori più rapidi).

E proprio nell’ambito della formazione e della tecnologia avanzata si inserisce il corso di ecocardiografia transesofagea 3D dal titolo “Ruolo dell’Ecocardiografia Transesofagea Tridimensionale in Cardiochirurgia e nell’Interventistica Strutturale” che si è tenuto il 15 e 16 settembre scorsi a Ospedale San Carlo di Nancy e che ha visto la partecipazione di cardiologi, cardiochirurghi, cardioanestesisti con particolare interesse per l’imaging provenienti da tutta Italia e relatori esperti dell’imaging, della cardiochirurgia, dell’interventistica strutturale di fama internazionale.

“Obiettivo del corso è quello di una formazione puntuale e accurata, grazie alla combinazione di sessioni teoriche e pratiche, sull’utilizzo dell’ecocardiografia transesofagea 3D. Questa tecnologia consente una visione ad ampio spettro e ottimizzata per lo studio del cuore in tre dimensioni, utile sia in fase di accertamento, per una diagnosi più accurata della problematica riscontrata, sia in fase operatoria per intervenire sulla patologia stessa”, spiega il dott. Corrado Fiore, direttore scientifico del corso e cardiologo di GVM Care & Research.

“Siamo alla quarta edizione di questo corso che mette insieme tante professionalità che lavorano sinergicamente con l’obiettivo di migliorare la diagnosi e la cura delle malattie cardiache e valvolari in particolare – prosegue il prof. Speziale -. Il corso è patrocinato dalla Mitral Academy, organizzazione composta da professionisti delle patologie della valvola mitrale, che si occupa di formazione trasversale e la condivisione di competenze e dell’eccellenza nella chirurgia riparativa, con particolare attenzione verso le tecniche mininvasive e le nuove tecnologie”.

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