“Il governo centrale pentastellato si riconosce solo nell’operato del sindaco. Gli altri devono solo “obbedire” e dire sì”.
Continua il momento di caos generale all’interno dell’amministrazione comunale e del Movimento Cinque Stelle locale. Dopo l’addio del presidente del consiglio comunale Alessandra Riccetti, che rimane comunque presente all’Aula Pucci, Patrizio Carlini
si è dimesso da consigliere comunale.
Lo ha fatto consegnando e facendo certificare le sue dimissioni in uno studio notarile di Civitavecchia.
Nella lettera ufficiale di dimissioni Carlini fa risalire la sua decisione all’incontro svoltosi con i referenti del nazionale, gli onorevoli Bonafede e Fraccaro, nel corso del quale i due parlamentari sostennero che a Civitavecchia i Cinque Stelle sono rappresentati dal sindaco e che, di conseguenza, chi si mette contro il primo cittadino si pone contro il movimento.
“Preso atto di ciò – scrive Carlini – e non ritenendomi affatto d’accordo con una serie di scelte fatte in questi due anni, come ad esempio la scelta della terna per il porto, la gestione dei lavori pubblici e dell’ambiente, la trattativa con Enel, la gestione del servizio idrico e la vicenda del forno crematorio, preferisco fare un passo indietro”.
Passo indietro che l’ormai ex consigliere comunale pentastellato è diventato inevitabile in considerazione del clima che si vive all’interno della maggioranza, con accuse, false insinuazioni, aggressioni verbali, mancanza di trasparenza e di condivisione
delle scelte. In ultimo, Carlini si dice orgoglioso di aver ricoperto l’incarico di consigliere per due anni e mezzo e di essersi impegnato, nei limiti delle sue possibilità, per fornire un contributo. Dall’ufficio stampa del Comune hanno fatto anche pervenire la lettera di addio di Carlini al movimento, di toni e contenuti molto più concilianti rispetto a quella, uficiale, consegnata allo studio notarile. A Carlini succede il primo dei non eletti dei Cinque Stelle, Luciano Girolami, delegato per il quartiere San Liborio, la cui surroga dovrebbe avvenire nel prossimo consiglio comunale.
Nell’arco di pochissimi giorni, dunque, il movimento di Beppe Grillo ha perduto due pezzi e la sensazione è che il travaglio interno al movimento potrebbe determinare nuovi, importanti sviluppi.