È quanto sostiene l’architetto Mencarelli nella sua relazione fornita all’avvocato Barbieri.
Anche nel M5S si inizia a pensare che qualcosa è fuori dalle regole. Il capogruppo in consiglio La rosa: «Ci sono stati errori».
“Era necessaria la VAS” E’ quanto sostiene l’architetto Ermanno Mencarelli, interpellato ufficialmente dall’avvocato Daniele Barberi (legale di Civitavecchia C’è nel ricorso al TAR) come esperto di parte, che ha studiato tutti gli atti del procedimento relativo all’impianto che si sta realizzando presso il cimitero.
Il progetto del forno crematorio risulta essere in variante del piano cimiteriale di via Braccianese Claudia, quindi si sarebbe dovuto procedere ad assoggettarlo a Valutazione Ambientale Strategica, secondo quanto previsto dalla normativa vigente. «Sostanzialmente – dichiara l’architetto Mencarelli – il progettista afferma che il progetto della Altair è solo ‘‘diverso’’, mentre è stato dimostrato che è 3 volte tanto la cubatura del piano cimiteriale, ma non serve la procedura a VAS perché la norma precede che sia compito in questo caso del Comune di Civitavecchia verificare se in modifica del Piano cimiteriale stesso possano ricorrere tali presupposti.
Il responsabile del procedimento, non avendo ritenuto che il forno da 2765 metri cubi fosse una variante del progetto previsto con volumetria di 920 metri cubi, non ha di conseguenza sottoposto il progetto del forno crematorio alla procedura a VAS. Inoltre – conclude Mencarelli – anche l’autorizzazione agli scarichi atmosferici, ora in capo alla Città Metropolitana – non può assolutamente prescindere da una propedeutica valutazione di incidenza ambientale e quindi una procedura di VAS che si concluda in tal senso. Ne consegue che l’AUA (Autorizzazione Unica Ambientale) per la quale ora è aperta la conferenza dei servizi, non può prescindere in alcun modo dalla VAS e se necessario dalla Valutazione di Impatto Ambientale”.