Il coordinatore dei porti della FILT CGIL Roma e Lazio, Alfonso Astuti, accoglie e rinnova l’invito ad aprire una vertenza cittadina generale sull’occupazione.
Una vertenza che ci viene richiesta ormai dai tanti e tante lavoratrici e lavoratori  che continuano a perdere dignità e salario, da tutti quei giovani e non, in cerca di occupazione in un territorio che ha molto da offrire ma che ormai da anni viene deturpato, sfruttato e abbandonato con le tasche piene di soldi, da parte di chi ha fatto grandi affari anche con investimenti pubblici dilapidati impunemente.
Anche il Porto è ancora in stallo, in sofferenza e soffocato dalle tante, troppe vertenze ancora pendenti e molte altre in procinto di aprirsi, per quello che ci risulta e per di più in un momento delicato, nel quale  l’Autorità di Sistema Portuale è ancora totalmente assente ed immobile.
Dopo l’annosa vicenda Privilege, il fermo della cantieristica delle grandi opere, un Terminal container che risulta essere il fanalino di coda della nostra penisola, la carenza infrastrutturale che ha messo in ginocchio la GTC  pesa oggi anche sulle aziende storiche che cominciano a soffrire il continuo calo di traffico merci per la staticità e l’incapacità di definire la produttività richiesta dalle ragioni previste dalle normative che regolano le concessioni stesse, vedi Cementir e Grandi Montaggi, esempi di concessioni improduttive a danno dello sviluppo, nonostante i tanti investimenti pubblici che hanno permesso la costruzione di banchine e infrastrutture che ad oggi non portano neanche il rientro economico dell’investimento stesso.
Stesso copione per quanto riguarda l’Interporto, snodo fondamentale per lo sviluppo dei traffici portuali e della logistica integrata sul territorio stesso, che è una cattedrale nel deserto oggi  venduta all’asta per una cifra imbarazzante se si pensa a quanti soldi pubblici sono stati spesi per la sua realizzazione per lo più inadeguata,  dato che per ripristinare i collegamenti ferroviari,  i magazzini ed eseguire la loro  manutenzione e renderli così funzionali ed operativi, c’è necessità un ulteriore consistente intervento economico da parte dell’eventuale acquirente e questo, al di là dell’ingente quantità di fondi Europei erogati per la realizzazione della struttura.
Riteniamo indispensabile, quindi, accogliere e farci promotori di una vertenza che viene sollecitata dal continuo disagio sociale che questa città sta vivendo per la mancanza di lavoro, alla base della dignità di ogni essere umano e delle opportunità stesse, miseramente sprecate o trasformate in speculazione edilizia.

 

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