Il Comitato “2 Ottobre”, che da anni svolge un ruolo di studio e informazione sul rischio idrogeologico del nostro territorio, accoglie con grande soddisfazione l’approvazione in Consiglio Comunale del PEC (Piano di Emergenza Comunale), lungamente atteso.

Ritiene però che tale approvazione sia solo l’inizio dell’attuazione del Piano d’Emergenza, un documento vincolante per norma e che richiede, tra le altre procedure organizzative, l’attivazione di una continua e capillare comunicazione volta a informare puntualmente i cittadini, le strutture e gli enti coinvolti.

Al fine di diffondere la cultura della sicurezza, l’Amministrazione Comunale dovrà attuare una serie di conferenze, in ogni rione della città e predisporre materiale informativo affinché, ciascun attore coinvolto, a partire dai cittadini, sappia in anticipo come comportarsi e a chi rivolgersi in caso di emergenza.

Lo stesso Piano prevede inoltre: l’istituzione di una organizzazione comunale di Protezione Civile e la formazione del suo personale; l’attivazione di un Centro Operativo Comunale – non solo un edificio, ma un vero servizio funzionale – e il raccordo con il Centro Operativo Intercomunale (in collegamento con i Comuni di Civitavecchia, Allumiere, Tolfa) per le emergenze più gravi.

Ed ancora, dovranno essere “popolati” i piani di dettaglio per tutte le criticità specifiche, dalla gestione delle emergenze per le Scuole (in collaborazione con le amministrazioni scolastiche) a quelle “più complesse” che vedono coinvolti gli istituti geriatrici ed ospedalieri o singoli cittadini disabili o con difficoltà psicofisiche (sempre in accordo con l’ASL); andranno integrati scenari emergenziali aggiuntivi non previsti nell’attuale stesura del PEC (uno per tutti il rischio derivante dal trasporto di carichi pericolosi lungo le direttive viarie che attraversano il centro abitato) e, infine, organizzate ai vari livelli indicati nel piano, le esercitazioni annuali.

L’approvazione del PEC è pertanto solo l’inizio di un percorso che la nostra comunità dovrà attuare: serviranno risorse, ma soprattutto servirà la consapevolezza che tale attenzione alla sicurezza è una priorità da perseguire “in tempo di pace”.
Laddove infatti il PEC rimanesse “lettera morta”, omettendo di mettere in pratica ciò che esso stesso prevede, l’impegno di spesa investito per la sua redazione resterebbe soltanto per un buon proposito, meritorio ma poco o nulla utile nell’eventualità, purtroppo sempre più possibile in tempi di cambiamenti climatici, di un’emergenza

 

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