marina militare 10 giugno

Grazie ai MAS e al Capitano Rizzo, gli Italiani affondano gli asburgici.
10 giugno 1918. I MAS 15 e 21 sono al largo della piccola isola dalmata di Premuda. Ore 3.15 del mattino gli italiani avvistano «una grande nuvola di fumo nero all’orizzonte». Non riuscendo ancora a distinguere il tipo di navi, il capitano di Corvetta Rizzo
suppone che si tratti di cacciatorpediniere avversari in esplorazione. Senza esitazione, Rizzo ordina di prevenire la minaccia
avvicinandosi di nascosto alle navi avversarie, per attaccarle di sorpresa e aprirsi la strada del ritorno combattendo.
E’ l’alba quando il comandante italiano avvisa il guardiamarina Aonzo di prepararsi per l’attacco. Le due piccole siluranti
avanzano lentamente contro quelle che si pensano essere torpediniere in esplorazione accorciando le distanze e trovandosi al
cospetto della lotta navale austriaca.
Il mare è calmo ma la visibilità è limitata da una leggera foschia: una situazione irripetibile per l’Asso dei MAS che sida le due
corazzate scortate da 10 unità su tutti i lati. Poche parole a bassa voce tra le due unità e i motori a scoppio agguantano senza
problemi. Gli italiani passano tra due torpediniere di scorta senza essere visti, grazie a una buona cinematica e una grande
perizia marinaresca. Fuori! I siluri scendono in acqua per una distanza di 300 metri.
Ore 03.31: i siluri colpiscono il bersaglio. Il Comandante della Tegetthoff: «si osservò sulla dritta della SzentIstvan un lampo di
luce accompagnato dal tuono di un’esplosione». Il MAS 15 di Rizzo ha centrato la nave da battaglia SzentIstvan, mentre il MAS
21 lancia le sue torpedini verso la Tegetthoff , che si salverà solo per un difetto di funzionamento della spoletta di un siluro,
che la colpisce senza esplodere. Adesso i due MAS sono inseguiti da un caccia che spara su di loro; Rizzo usa l’unica arma
ancora a disposizione sul suo MAS 15 per far desistere l’unità nemica dall’inseguimento ovvero una bomba antisommergibile.
Mentre la SzentIstvan, agonizzante affonda, i MAS 15 e 21 vittoriosi rientrano nel porto di Ancona.
Il Semaforo di Monte Cappuccini, appena avvistati. intuì la vittoria e ne diede notizia al Comando Marina di Ancona con il famoso
telegramma, vibrante di entusiasmo.

 

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