“Solo l’ennesima occasione di sviluppo e lavoro persa grazie ai no e all’inerzia del M5S”.
«Il diniego dell’amministrazione comunale al progetto presentato dalla società Viamar per un deposito di rifiuti speciali non pericolosi in località Monna Felicita rischia di trasformarsi nell’ennesima occasione persa per Civitavecchia». Lo dichiara il capogruppo della Svolta Massimiliano Grasso.

«Ancora una volta – aggiunge Grasso – la politica del no a tutti i costi di questa amministrazione rischia di far perdere importanti opportunità al territorio. In questo caso, infatti, dire di non volere i rifiuti o il cdr per difendere l’ambiente non ha alcun senso. Perché si tratta di materiale inerte, non inquinante, anzi è il risultato di un tipo di riciclo che rende il rifiuto una risorsa e che qui verrebbe solo depositato, adeguatamente ‘‘impacchettato’’ e protetto per qualche tempo su un piazzale,  in attesa di essere imbarcato, dando lavoro diretto per almeno una ventina di persone, oltre a trasportatori e portuali».

«La verità – aggiunge Grasso – è che da tre anni ormai questa amministrazione non sia riuscita a sbloccare l’iter in Regione per la riadozione del piano di insediamento produttivo di Monna Felicita; più volte i tecnici si sono presentati al Pincio per cercare di trovare una soluzione, dicendosi pronti a venire incontro alle diverse richieste dell’amministrazione. Ma niente, nessun passo in avanti. E questo ha bloccato di fatto qualsiasi tipo di investimento privato sul territorio, in grado anche di riqualificare la zona industriale. Era già accaduto per Conad, nonostante il Sindaco abbia negato, mentendo, in Consiglio Comunale. Sappiamo come è finita: l’azienda ha deciso poi di dislocare il proprio nuovo stabilimento a pochi chilometri di distanza, a Tarquinia e si sono persi oltre 20 milioni di investimento e 68 nuovi posti di lavoro. Oggi la storia si ripete con l’iniziativa proposta da Viamar. E nonostante quanto dichiarato anche dell’assessore Alessandro Manuedda, qui non si tratta di un problema ambientale. Non si bruciano rifiuti, non si tratta di trattamento di Cdr. Il progetto prevede infatti la realizzazione di tre aree di stoccaggio di balle di combustibile da rifiuti per un totale di 60mila tonnellate l’anno e una capacità massima giornaliera di 5mila tonnellate, destinate ad essere inviate, dal porto, verso inceneritori e cementifici in Italia e all’estero. Nessun motivo quindi per di re no, in Comune o in Regione, da parte degli ambientalisti a corrente alternata del M5S che invece hanno approvato il forno crematorio».

 

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