Dopo una notte di ricerche è stato ritrovato privo di vita il giovane ventenne di nazionalità rumena disperso dalle 21 di ieri sera sul litorale di Tarquinia, nel tratto di spiaggia libera compresa tra gli stabilimenti Tamurè e Mirage.
Nonostante le condizioni del mare proibitive, il ragazzo si era avventurato insieme ad altri amici, tutti di età compresa tra i 16 e i 20 anni, riusciti miracolosamente a tornare a riva e affidati alle cure del 118, per un ultimo bagno dopo il tramonto che si è trasformato in tragedia.
L’allarme è stato lanciato da un privato cittadino tramite il numero di emergenza 1530 della Guardia Costiera e subito si sono attivati i soccorsi coordinati dalla Sala Operativa della Capitaneria di porto di Civitavecchia che ha disposto l’invio in zona della Motovedetta CP 891 e di personale via terra. Nel frattempo sulla spiaggia degli esperti nuotatori dei Carabinieri e della Polizia si sono tuffati per raggiungere il ragazzo e gli stessi titolari degli stabilimenti balneari limitrofi hanno cercato disperatamente di mettere in acqua i pattini di salvataggio, ma tutto è stato inutile a causa del forte moto ondoso.
Sul posto la Capitaneria ha fatto convergere tutte le risorse disponibili in zona tra cui i mezzi navali dei VVF e della Protezione Civile e un elicottero della Guardia Costiera, decollato da Sarzana che, dopo aver pattugliato più volte l’area nella notte, è stato avvicendato alle prime ore dell’alba dall’elicottero dei VVF.
Nonostante le condizioni proibitive, con onde di altezza superiore ai 4 metri e vento con raffiche di oltre 25 nodi, la motovedetta CP 891 e l’elicottero della Guardia Costiera hanno operato nella zona alla ricerca disperata del ragazzo, lottando contro il buio, mentre dalla spiaggia le pattuglie di terra cercavano di agevolare i soccorsi facendo luce con dei fari, ma le ricerche hanno avuto esito negativo.
Questa mattina intorno alle 8.30 è stato il mare a restituire il cadavere del giovane.
La Guardia Costiera rivolge ancora una volta un monito alla prudenza e a non avventurarsi in acqua quando le condizioni del mare non lo permettono.