anna falcone

“Ci avviamo verso l’assemblea territoriale costitutiva che si terrà a fine mese, come avverrà su tutto il territorio nazionale. Il progetto ambizioso che scaturisce dall’assemblea del Brancaccio, ridare identità a quella sinistra sparpagliata, sfiduciata, rassegnata a non fare politica, schiacciata tra l’incudine di un progetto di centro-sinistra liberista, funzionale e subalterno al capitale finanziario, ormai bocciato dalla storia e il martello di una politica dei 5 stelle, sempre più populista e a caccia di consensi da contendere alla politica della destra xenofoba e razzista di Salvini, è sempre più attuale. Vogliamo ridare voce a tutti quei compagni che non si sentono più rappresentati e relegati al ruolo passivo dell’astensione.
Neanche possiamo assistere inermi al teatrino della politica che si sta svolgendo nella nostra città. Un 5 stelle sempre più barricato nel palazzo, che ha disatteso le seppur minime idee di cambiamento prospettate nel suo programma elettorale. Relegato oramai al ruolo di notificatore dell’impotenza al cambiamento imposto da una politica nazionale emanazione diretta delle banche finanziare. Costretto dalla dura realtà dell’amministrare a fare sin da subito accordi  con la politica che si promettevano di combattere. Monti, autorità portuale, Enel, con i risultati che ben sappiamo. Tutto questo legittimato da una investitura divina a movimento politico eletto che non fa accordi con nessuno, senza però uno straccio di progetto politico di cambiamento economico e sociale, che non sia la tanto sbandierata onestà. Unica attenuante, il 5 stelle è la conseguenza e non la causa di una politica lontana dalle esigenze dei cittadini come è stata fino ad ora.
Dall’altra parte vediamo una parte  dell’opposizione guidata dal giornalista, Grasso. Quello che ha permesso che l’assise comunale di Civitavecchia, medaglia d’oro al valor civile per atti di resistenza partigiana, durante il secondo conflitto mondiale, venisse profanata dai fascisti di Casa Pound, arrivati al seguito di Salvini, che si era ripromesso di passeggiare con i suoi fans, tra il viale e il porto. Alla fine costretto dall’antifascismo popolare, a fare il suo misero comizietto ben protetto da un cordone di polizia, sotto la statua di Garibaldi, che non lo guardava neanche tanto bene. Questo rigurgito fascista lo riteniamo un segnale pericoloso ed invitiamo tutti gli antifascisti veri a vigilare e a tenere alta la guardia.
Tempi cupi quelli che viviamo. Intreccio tra politica e affari è sempre dietro l’angolo. Politici che hanno società, società che hanno politici. Che confusione, oppure no. E’ tutto chiaro. Poi c’è sempre l’inossidabile Gianni. Politico di razza. Sempre pronto a sprecarsi per una carica da sindaco. Questa volta con Tarquinia nel cuore, peccato che il paese alle spalle nel manifesto elettorale era Tuscania e non Tarquinia. Quando si dice la precisione e avere le idee chiare.
Un PD autoreferenziale, ormai concentrato a portare la pelle a casa e a risolvere la guerra interna tra correnti, neanche la Dc dei tempi migliori. Addirittura due aree Orlando, conflittuali tra loro, si smentiscono a vicenda. Quale sarà l’originale? Un partito che non fa un minimo di autocritica davanti ai modesti risultati elettorali delle ultime amministrative. Ma prima di queste il disastroso risultato del referendum del 4 dicembre. Un partito avviato tristemente sul viale del tramonto.
Una città schiava delle servitù industriali. Enel, fumi del porto, traffico. Terra di conquista per cordate finanziare di rapina. Caso Privilege. Degrado ambientale e civico sempre più incombente. Emergenza abitativa e lavorativa oramai una triste realtà. Questa è l’impietosa fotografia che facciamo della nostra città. E’ il caso di rimboccarsi le maniche se non vogliamo che cada vittima ancor di più del degrado e della destra che volteggia come un  avvoltoio sulla carcassa della nostra Civitavecchia.
Noi ci siamo, sempre lì, a SINISTRA”.

 

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