“Non vi è nulla di nuovo in ciò che sta accadendo nel Partito Democratico.
Siamo in prossimità prossimità di un congresso che designerà la guida del partito nei prossimi 3 anni, dunque elezioni nazionali, regionali ed amministrative.
Di fronte ad appuntamenti così importanti la corsa al posizionamento ed alle postazioni di controllo ci conduce verso un tesseramento record che, ahimé, molto probabilmente non equivarrà ad una plausibile proporzione di voti nelle tornate elettorali. Tante tessere ma pochi voti.
Questo accade perché nel segreto dell’urna l’elettore diviene libero dall’influenza del politico al quale ha promesso la tessera. Ritengo che da ciò si evinca chiaramente la debolezza dei partiti.
Il problema è profondo ed ancora lontano dalla soluzione. Credo che la sintesi, forse anche banale, si possa ricondurre ad un deficit evidente e conclamato di programmi e contenuti.
Analizzando infatti il congresso locale del PD, possiamo osservare che tutto si limita a ruotare intorno a 2 eventi:
2 blocchi contrapposti che fanno incetta di tessere ed un invito a cena, il quale ha fatto più notizia dell’omicidio Kennedy.
Ed i programmi? I contenuti? Gli obiettivi?
Perché un iscritto dovrebbe scegliere una fazione piuttosto che un’altra?
Per il rinnovamento? Per la maggior esperienza di alcuni? Tanto per cambiare una classe dirigente che sta sul pezzo da 30 anni e provarne una nuova?
Di fronte all’urgente bisogno di questa città di voltare pagina, mi sembrano tutte argomentazioni piuttosto deboli.
Perché, inoltre, un autorevole leader del PD dovrebbe invitare a cena un leader della sinistra, senza prima risolvere e discutere nel partito quanto accaduto sino ad oggi?
Il nostro dovere, il dovere di chi si candida alla guida di qualsiasi partito, è di proporre idee, soluzioni, progetti, percorsi a breve, medio e lungo termine.
Non senza una certa soddisfazione intravedo, in quel poco di politica che filtra nel solito marasma congressuale, una vittoria per ora piccola ma comunque dirimente.
Da due anni, con pazienza e difficoltà, l’area di cui sono parte sta cercando di costruire un percorso unitario, collocando il partito in una coalizione di centro sinistra ed oggi, man mano, tutti stanno affermando questa necessità.
Eppure ritengo che una nuova unità non possa ridursi a questo.
Il progetto deve essere un contenitore nuovo ed innovativo, colmato da contenuti programmatici e politici, che sia alla portata di tutti coloro che vogliano e possano contribuire alla rinascita di Civitavecchia, che sia elaborato nelle sedi opportune, raggiungibili non solo dagli addetti ai lavori ma anche dai simpatizzanti e dai cittadini. Soprattutto andrebbe preparata e sospinta una nuova classe dirigente, perché l’esperienza è assolutamente inutile se non come elemento rafforzativo,a disposizione di idee nuove che rappresentino la soluzione per una società nuova e nuovi assetti sociali.
Così va ricostruita una coalizione. Un tesseramento gonfiato ed una stretta di mano , come qualcuno vorrebbe al di la dei contenuti dei progetti e programmi politici sui quali sto lavorando da tempo anche insieme ad altri che vedono nel centro sx l’ unica strada da percorrere, non possono essere sufficienti.
Da parte nostra, oltre ad essere stati i promotori dello spostamento a sinistra del PD, oltre ad individuare nelle primarie di coalizione una scelta futura ed imprescindibile, stiamo già da tempo lavorando alla costruzione di idee.
Il nostro percorso ed i nostri punti programmatici saranno a disposizione di chi, candidandosi alla guida del partito, farà proprie le nostre posizioni”.
Lo ha dichiarato Stefano Giannini, Partito Democratico.