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“La notizia ha scatenato  un ‘terremoto’ nell’area del cratere.  Questa volta, nessun movimento tellurico terrestre, ma un terremoto emotivo fatto di tanta  rabbia  e indignazione da parte dei cittadini di Amatrice e Accumoli. Il fatto: il ministero dei Beni Culturali ha organizzato una mostra con le opere d’arte recuperate dalla macerie di Amatrice e Accumoli, visibile fino a gennaio, alle Terme di Diocleziano. Fin qui nulla da dire. Il problema è sorto quando  qualcuno ha scoperto che l’ingresso è a pagamento. Già…7euro e 50, e se sei della zona del terremoto,  puoi ottenere uno sconto di 50 centesimi. Che fortuna…

Del resto, la scelta delle Terme di Diocleziano come sito della mostra non poteva prevedere la gratuità essendo stata dislocata nel complesso museale archeologico il cui ingresso costa appunto 7 euro e 50. La bigliettazione è gestita da CoopCulture, il colosso societario che sovraintende ai siti archeologici e artistici più importanti d’Italia (a Roma il Colosseo, il Palatino, Domus Aurea, la Piramide, la villa di Adriano a Tivoli, il Castello di Santa Severa a Santa Marinella, gli scavi di Pompei ed Ercolano,  musei a Venezia, a Firenze, a Milano, Palermo, Agrigento;  l’elenco completo clicca http://www.coopculture.it/circuiti.cfm )  e che  fornisce  il servizio di bigliettazione -da cui introita una parte (il 14%)-   e l’offerta di visite guidate in regime, almeno al Colosseo, di semiesclusivtà tanto da creare frizioni con le guide turistiche che lavorano in proprio. Sulla questione ci sono state interrogazioni parlamentari, e sono stati presentati anche  esposti alla procura della Repubblica.  E un’interrogazione parlamentare ci sarà anche sulla mostra dei beni artistici di Amatrice e Accumoli esposta alla Terme di Diocleziano.

L’appunto a CoopCulture è quel 14% dell’incasso dei biglietti:  una ‘monetizzazione’ della tragedia del terremoto che ha suscitato scandalo da parte dei terremotati (si vedano gli status a seguire)  e di alcuni parlamentari. La richiesta è che CoopCulture devolva  ad Amatrice e ad Accumoli  quel 14% della quota parte di sua spettanza derivante dagli incassi. Solo così, secondo quanto si legge in un’infuocata discussione  su alcune pagine  Facebook tra persone del cratere, CoopCulture può dimostrare davvero un interesse per l’arte e la cultura di quei disgraziati paesi.  L’accusa offende  CoopCulture che respinge categoricamente qualsiasi  speculazione. Dopo una giornata infuocata di contatti telefonici con i protagonisti della scoperta, il direttore della società spiega: “La mostra è gratuita. Solo che essendo inserita in una struttura museale a pagamento, i visitatori devono fare il biglietto. Lungi da noi, nella maniera più assoluta l’idea,  di voler speculare sulla tragedia! Noi ci siamo impegnati tantissimo per quelle aree”. E perché fate pagare? “La mostra non si paga – insiste- si paga l’ingresso al museo”.  E pazienza se a voi non interessa vedere tutte le altre sale del  museo… “L’alternativa  –  ribadiscono i vari comitati dei terremotati-   c’era ed era quella di creare un percorso alternativo e interamente gratuito per visitare la mostra. Oppure di devolvere tutto l’incasso ai Comuni proprietari di quelle opere”.  “La scelta di installarla presso le Terme di Diocleziano non è stata fatta da CoopCulture – replicano dalla società-  ma dal direttore del museo”:  Daniela Porro,  la cui reperibilità telefonica è cosa impossibile visto che ai vari numeri  dell’ufficio nessuno risponde.  I comitati stanno organizzando per la prossima settimana una visita alla mostra. Sarà una visita ufficiale: chiederanno alla CoopCulture e al direttore del museo di essere presenti e di rispondere a tutte una serie di domande che hanno vivacizzato i thread di Facebook. E questa volta non potranno non rispondere”.

Sabrina Fantauzzi per Aurhelio

 

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