erasum unitus

Una giornata di scambio di idee tra docenti, ricercatori, tecnici e agricoltori per mettere insieme le conoscenze su questa coltura: questo l’obiettivo del workshop che si è tenuto all’Auditorium di Santa Maria in Gradi e che ha chiuso i lavori di scambio tecnico-culturale in Italia del progetto Erasmus Plus “Analisi delle tecniche tradizionali e moderne nella coltivazione del nocciolo”. “Un workshop dedicato al nocciolo, alle problematiche a esso legate e allo sviluppo che può avere questa coltura – ha spiegato in apertura il professor Leonardo Varvaro, delegato del Rettore alla Cooperazione internazionale – si tratta di una situazione nuova: negli anni passati sono state fatte collaborazioni tra singoli e ricercatori delle diverse strutture italiane ed europee, questa volta c’è il coinvolgimento di strutture universitarie e di ricerca di tre paesi: l’Italia con il Dafne dell’Università della Tuscia; la Spagna con l’IRTA e la Turchia con l’Università e la Camera di Commercio di Ordu’’. Che l’unione faccia la forza è risaputo: ‘’Mettendo insieme le conoscenze di tutti gli attori coinvolti, si possono davvero cambiare le cose; in particolar modo può migliorare notevolmente la produzione di questa coltura così importante per il nostro paese e per il territorio’’ ha concluso Varvaro. Il progetto, di durata biennale iniziato nell’ottobre del 2016, ha tra i suoi obiettivi quello di creare scambi culturali e tecnici nell’ambito della filiera del nocciolo. Quattro i partner principali: l’Università e la camera di commercio di Ordu (Turchia) – che svolge anche un ruolo di coordinamento generale del progetto -; l’IRTA cioè l’Istituto di Ricerca e Tecnologia in Agricoltura di Reus (Spagna), ovvero il più importante centro studi e trasferimento tecnologico alla filiera del nocciolo in Spagna, e l’Università della Tuscia che, tramite il responsabile scientifico Valerio Cristofori e il Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali (DAFNE), rappresenta il partenariato italiano. ‘’Un progetto molto importante perché vede l’unione di tre paesi tra i maggiori produttori di nocciole al mondo, che si uniscono nell’intento di migliorare la nocciolicoltura in Europa – ha detto la dottoressa Mercè Rovira dell’IRTA – In questo progetto gli agricoltori e i ricercatori si muovono nei tre paesi e girano per le aziende, toccano con mano, apprendono guardano e, osservando, migliorano. Il valore aggiunto del ‘fare insieme’ è altissimo”. Tante le attività in agenda che, tra le altre cose, hanno previsto visite itineranti nelle aree corilicole più importanti dei tre Paesi partecipanti, con il coinvolgimento diretto di delegazioni ufficiali composte da accademici e ricercatori, funzionari delle camere di commercio, imprenditori coinvolti nella filiera del nocciolo e agricoltori. Dopo il workshop di apertura del progetto a Ordu, che si è tenuto a marzo 2017, lo scambio culturale in Turchia di giugno 2017 e quello di ottobre in Spagna, quello all’Università della Tuscia è stato l’incontro conclusivo dello scambio culturale itinerante iniziato in Italia il 26 novembre. ‘’Questo progetto è importantissimo – ha ribadito la dottoressa Sevilay Karataʂ della borsa turca di Ordu e coordinatrice del progetto – perché vede l’unione di tre paesi che sono i maggiori produttori di nocciole al mondo. In un paese come il nostro, dove la gente vive coltivando nocciole sia per uso interno che per l’esportazione, migliorare la produzione è fondamentale’’.

 

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