Una bimba di appena un mese e mezzo di vita è morta nel sonno la scorsa notte a Civitavecchia. I genitori si sono svegliati e quando hanno preso in braccio la bambina si sono accorti che non respirava più. Inutile ogni tentativo di rianimarla. Purtroppo per la bambina non c’è stato più nulla da fare se non constatarne il decesso avvenuto sicuramente poco prima.
La mamma della piccola M., così si chiamava la sfortunata creatura, nata la vigilia di Natale dell’anno appena trascorso, è molto conosciuta in città in quanto lavora in una delle storiche caffetterie del centro da tanti anni.
Sgomento tra i familiari e gli amici della coppia. Il corpo della piccolina è stato trasferito a Roma per l’esame autoptico disposto dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia che dovrebbe, a quanto trapela, confermare il decesso naturale.
La sindrome della morte improvvisa del lattante nota anche come sindrome della morte improvvisa infantile o morte inaspettata del lattante oppure in terminologia comune “morte in culla” (in inglese Sudden Infant Death Syndrome o SIDS) è un fenomeno che non trova ancora alcuna spiegazione presso la comunità scientifica.
Si manifesta provocando la morte improvvisa ed inaspettata di un lattante apparentemente sano: la morte resta inspiegata anche dopo l’effettuazione di esami post-mortem. La sindrome colpisce i bambini nel primo anno di vita ed è a tutt’oggi la prima causa di morte dei bambini nati sani.
È la causa più comune di morte tra un mese e un anno di età. Circa il 90% dei casi si verifica prima dei sei mesi di età, con il picco di casi tra i due mesi e i quattro mesi di età.
Talvolta, se soccorsi prontamente, alcuni neonati, vittime apparenti di SIDS, possono essere rianimati; in questo caso si parla di “near miss SIDS” e vi è comunque un altissimo rischio di lesioni cerebrali permanenti dovute a anossia con conseguente possibile disabilità.
(Fonte: www.etrurianews.it)