Indagine sul supermanager a 5 stelle che ha speso milioni e non ha salvato le partecipate.
I 5 stelle hanno una spina nel fianco: ma se la sono scelti loro. Si tratta del supermanager Micchi, la cui attività nelle partecipate ha portato la Guardia di Finanza a bussare alla sua porta per comprendere se abbia o meno percepito troppo lauti guadagni dalla sua attività. Attività che, occorrerà ricordare, si protrae ormai da anni senza che ne sia venuto fuori alcun risultato. Se quest’ultimo “obiettivo” è perfettamente in linea con gli altri raggiunti dalla giunta Cozzolino, è proprio sui generosi compensi a Micchi che si è concentrata l’attenzione della Corte dei Conti. La Procura regionale ha così avviato una indagine, con i magistrati contabili che hanno delegato le Fiamme gialle ad acquisire tutte le indennità percepite da Micchi e dagli altri liquidatori negli ultimi cinque anni, con milioni di euro per tra consulenti e professionisti, tutti assegnati senza gara o bando. La sola procedura di concordato è costata qualcosa come 1,7 milioni di euro ed il risultato è stato a dir poco deludente. Quattro concordati (HCS, Città Pulita, Argo ed Ippocrate): tutti bocciati.
Intanto il 22 febbraio, si terrà la udienza sul concordato di HCS, che ormai è divenuto una vera e propria barzelletta. Doveva durare nove mesi, come previsto dalla Legge … siamo arrivati quasi al quarto anno con i creditori che ormai non si presentano nemmeno più in udienza, aspettando di poter disporre, tra pochi mesi, di un interlocutore più affidabile.
Si attende invece la dichiarazione di fallimento per le altre tre società (Città Pulita, Argo ed Ippocrate). Per quanto i 5 stelle cerchino di rinviare in eterno, subito dopo la dichiarazione di fallimento, gli atti andranno in procura e la distruzione dei crediti e l’incremento delle spese a favore di amministratori e liquidatori, peserà come un macigno nell’inevitabile processo per bancarotta fraudolenta.