1) ESISTE IL COLPO DI FULMINE

A chi non è successo o chi non ha desiderato il “colpo di fulmine”? Si gira l’angolo, ci si urta per caso in strada o in un negozio, si incrocia lo sguardo in un ristorante e… tutto inizia! Passione, desiderio, complicità, felicità! Le frasi più comuni: “dov’eri? Dove ti nascondevi?”, “mi sembra di conoscerti da sempre…”; “con te mi sento completa”, ecc. ecc. ma com’è possibile che due persone distinte, che non si conoscono, in un attimo si innamorano e si sentono completamente e pienamente unite? Eppure chi ha esperienza di coppia, di convivenza, di matrimonio sa benissimo quanto lavoro, quanta fatica, quanto tempo ci sono voluti per raggiungere un minimo di comunicazione decente, quanti anni ci vogliono per capire e conoscere il partner, quanta pazienza e intelligenza si devono esercitare per andare d’accordo! Vediamo di dare un senso a tutto questo usando le ricerche del famoso psicanalista svizzero C.G. Jung. Il famoso “amore a prima vista” per Jung altro non è che il risultato della proiezione inconscia della propria componente dell’altro sesso su una persona, ovvero l’Animus (componente maschile delle donne) oppure  l’Anima (componente femminile negli uomini). L’attrazione che ne consegue, quindi, non è per la persona che è sconosciuta, ma per quella parte inconscia di sé stessi. Insomma, ci si innamora di se stessi! Quindi la frase “mi sembra di conoscerti da sempre…” ora acquista un senso! Per Jung la psiche è duale e ogni aspetto di noi contiene il suo opposto, lasciando intendere che entrambi hanno un loro valore. Ogni atteggiamento o sentimento contiene il suo opposto; ecco che la sottomissione convive con la prevaricazione, l’odio con l’amore,  il conscio con l’inconscio… Da ciò si evince che tale dualità vale anche in ordine ai due generi biologici e Jung ci dice che anche la psiche ha in sé sia una energia maschile che una femminile e quindi ogni uomo ha in sé un lato femminile e ogni donna ha in sé un lato maschile. Ogni essere umano esprime un’energia dominante, ma contiene, in secondo piano, anche quella opposta. Ecco perchè la psiche, quindi, andrebbe vista come una combinazione di principi maschili e femminili. Nella Genesi dapprima c’è solo Adamo, Eva esce da una sua costola. Similmente Atena esce dalla testa di Zeus. Nei bassorilievi dei templi indiani, i due principi (maschile e femminile) sono rappresentati come un uomo e una donna abbracciati (Kamasutra); idealmente essi sono due entità metafisiche, due essenze universali. Nel Cantico dei Cantici c’è un inno all’amore del maschile e del femminile come valenze universali. Nel pensiero Junghiano ognuno di noi è più di una cosa e nella persona bene integrata le polarità della psiche sono complementari. Jung chiama questa dualità: Anima e Animus. L’anima è la componente femminile presente nell’apparato psichico di ogni uomo e l’Animus quello maschile per le donne. La vita è l’unione di energie complementari, ognuna delle quali tende verso l’altra, compensandola. “L’Animus è la figura che compensa l’energia femminile. L’Anima quella che compensa l’energia maschile”. I due archetipi, Anima e Animus, sono da sempre presenti nell’inconscio collettivo. Li troviamo nei sogni e nelle rappresentazioni artistiche, spesso sotto forma di metafora. Per la coscienza, Anima significa: accoglienza, unione, protezione, affettività, cura, mantenimento; mentre Animus: riflessività, controllo, analisi, ponderazione, razionalità, calcolo, decisione, programmazione, distinzione, volontà. Ecco quindi spiegato il “colpo di fulmine” e anche il motivo per cui, col passare del tempo, quella pienezza, quella perfezione paradisiaca si trasforma nell’inferno dantesco. Col tempo ci si conosce e ci si accorge che l’altro è appunto altro da noi. La proiezione della nostra controparte animica sull’altro non risponde ai fatti, l’immagine si infrange, sorge la frustrazione e ne conseguono rabbia e delusione. A questo punto due sono le strade: o ci si lascia o si inizia una relazione vera che è quella che tutti conosciamo, fatta di lavoro, pazienza, comprensione, fatta del “volersi bene” e non dell’amarsi perdutamente che è un amare se stessi per poi punire l’altro perché non è come noi lo vogliamo!

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