Nel pomeriggio di martedì 29 maggio, a seguito di una mirata attività di intelligence effettuata mediante il monitoraggio dei più noti social network, personale ispettivo della Capitaneria di porto di Civitavecchia ha effettuato un controllo improvviso all’interno di un noto ristorante del lungomare di Civitavecchia, in zona Pirgo, sequestrando alcuni kg di datteri di mare, specie protetta dalla normativa nazionale e comunitaria la cui pesca, detenzione e commercializzazione è assolutamente vietata.
I militari, intervenuti sul posto, hanno colto in flagrante i gestori del locale, che, dopo aver sfacciatamente pubblicato su un noto social network le foto del loro “banchetto”, avevano appena servito una pietanza a base del pregiato mollusco. Sono stati vanificati anche i tentativi del personale di liberarsi della restante parte dei datteri, contenuti all’interno di un sacchetto occultato all’interno delle celle frigo.
A carico dei titolari dell’esercizio commerciale scatterà una denuncia penale per detenzione e somministrazione di specie ittiche protette, ai sensi della vigente normativa nazionale e comunitaria.
Infatti la cattura, la commercializzazione, il consumo e la detenzione del dattero di mare, vietata in Italia sin dal 1988 e nei Paesi della Comunità Europea dal 2006, costituisce una delle ipotesi delittuose più gravi della pesca marittima proprio perché, per prelevare tali molluschi, si creano danni irreparabili ad ingenti tratti di costa rocciosa con gravi ripercussioni per le biodiversità dell’habitat marino e costiero.
Questo tipo di pesca altamente invasiva e distruttiva, configura (così come la detenzione e la commercializzazione) un illecito di tipo penale punito con l’arresto da due mesi a due anni o con l’ammenda da 2.000 a 12.000 euro, nonché la chiusura temporanea dell’esercizio commerciale.
Per fornire un’idea della valenza dell’operazione in relazione all’apparente modesto quantitativo di prodotto, basti pensare che è stato calcolato che per preparare un piatto di tagliolini con i datteri di mare è necessaria la distruzione di un metro cubo di fondale marino o costa rocciosa.
Dell’operazione condotta dal personale della Guardia Costiera di Civitavecchia è stata immediatamente informata la competente Autorità Giudiziaria ed il prodotto ittico sequestrato, è stato smaltito tramite dispersione in mare aperto.
Proseguirà, dunque, senza soluzione di continuità, l’azione della Guardia Costiera a difesa dei preziosi fondali della zona, al fine di scongiurare la compromissione del delicato equilibrio del nostro ecosistema marino e costiero da parte di “predatori” senza scrupoli che portano alla distruzione dell’habitat marino con l’uso di martelli pneumatici e talvolta di esplosivi.
Civitavecchia, 30/05/2018