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Si chiude con il botto il Pulcino d’oro 2018,  giunto quest’anno alla 9^ edizione,  riservato alle categorie dal 2012 al 2006. La cerimonia di premiazione si tinge dei colori biancoverdi del DLF Civitavecchia a testimonianza che la società di Viale Baccelli non teme la concorrenza di alcun antagonista e che i continui capovolgimenti di fronte che vedono la collaborazione tra altre società locali non scalfiscono minimamente la professionalità con cui gli istruttori, gli allenatori e i dirigenti infondono il loro sapere ai propri tesserati. I risultati ottenuti, il primo posto nelle categorie 2006, 2008 e 2009, il secondo posto dei 2007, e ben quattro titoli come capocannoniere per Federico Serra dei 2006, Gabriele Belloni dei 2007, Gianmarco Pane dei 2008 e Fabiano Serpente dei 2009, stanno a testimoniare l’indiscussa superiorità tecnica della cantera dielleffina e l’innegabile competitività sull’intero litorale.

Tutti i gruppi si sono presentati all’ultimo appuntamento stagionale con il massimo dei calciatori consentiti dal regolamento. Straordinario l’iter in tutte le categorie. Buono il percorso del gruppo 2010 di Matteo Fiorini che si è arreso ai quarti di finale solo ai calci di rigore, contro la poi vincitrice del torneo,  mentre i 2012 sono stati eliminati nel girone di qualificazione. Ottima comunque la crescita  dei cuccioli biancoverdi diretti sapientemente da Lucia Droghini. Migliore il destino per i 2009 guidati dall’istruttore Bruno Dignani. I piccoli biancoverdi  hanno vinto tutti gli incontri battendo, in un’emozionante finale, la Leocon con un secco 5 a 1.  Anche il gruppo 2008 di Massimiliano Pane è arrivato imbattuto all’appuntamento con la finale, dove, con una gara impeccabile, ha calato il poker alla CSL Soccer, conquistando meritatamente il successo.  Hanno invece chiuso al secondo posto, i biancoverdi 2007. I dielleffini di Filippo Di Gaetano, dopo una fase di qualificazione da protagonisti e l’eliminazione in semifinale ai danni di un’ottima CSL Soccer, si sono dovuti arrendere in finale all’Atletico Ladispoli, accontentandosi così della piazza d’onore. Straordinario percorso dei 2006 di Simone Romagnoli, come straordinaria è stata tutta la stagione, con ben quattro primi posti in tornei di ottimo spessore, un secondo posto al trofeo Rete Oro, sconfitti solo ai calci di rigore dalla Polisportiva Carso, e un terzo posto nel trofeo Kids, dietro a Roma e Lazio e davanti a formazioni del calibro di Frosinone e delle più importati società romane. I biancoverdi hanno, prima, vinto il girone di appartenenza, per poi battere nei quarti e nelle semifinali prima il Ladispoli e poi il Civitavecchia 1920. La finale, l’ultima di una lunghissima serie di sfide, contro i capitolini dell’Urbetevere, si trasforma in una debacle per la formazione teverina. La partita e’ vivace e appassionante, vista anche la rivalità tra le due squadre che mai come quest’anno si sono dovute confrontare nelle fasi finali dei vari tornei cui hanno preso parte. I biancoverdi hanno mantenuto il totale predominio del gioco e, con due azioni da manuale, realizzano le reti, con Serra e Bertini, alzando al cielo il trofeo.

Con quest’ultima fatica al Tamagnini si chiude un’altra sorprende stagione per il DLF Civitavecchia, soprattutto per la Scuola Calcio. I ringraziamenti doverosi, per mano di chi scrive, vanno indirizzati principalmente allo staff dirigenziale al completo, che ha saputo guidare con competenza e professionalità’ l’intera macchina, prospettando nuovi interessati progetti per il prossimo anno e inserendo notevoli figure professionali di grande esperienza come il nuovo responsabile della Scuola Calcio, proveniente dalla SS Lazio. I ringraziamenti vanno inoltre rivolti anche a tutti i dirigenti e accompagnatori che sono stati il valore aggiunto dell’ambiente societario, necessario e fondamentale per il raggiungimento degli obbiettivi. Per questa stagione calcistica, quindi, si chiude qui, dopo aver dimostrato che il vivaio è il migliore del comprensorio,  dopo aver giocato ad armi pari con squadre di prestigio della capitale anzi, lasciatecelo dire, anche con una certa e ormai acclarata superiorità,  e dopo aver preparato non solo tecnicamente atleti che sono sempre i più richiesti per il grande salto. Qualcuno si lascerà ammaliare dal fascino del professionismo, altri decideranno di restare nel loro porto sicuro, certi che anche il futuro riserverà sorprese piacevoli e tante soddisfazioni.

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