Raffica di bollette e disservizi: l’incubo idrico rischia pure di peggiorare
Si racchiude tutto nel significato più profondo del nome, “perdita”, ciò che accade nell’ambito del servizio idrico a Civitavecchia. Parola da tenere a mente, intanto che tocca raccontare dell’ennesimo bollettino a perdere, appunto, sulla situazione in città. Le cronache raccontano di un colabrodo senza fine, che non fa sconti a nessuno. Da Boccelle alla Mediana, ovunque è uno sgorgare d’acqua dall’asfalto, come se non ci fosse un domani. I lettori insistono con particolare dovizia nel raccontarci storie di ordinario disservizio: come in via del Casaletto Rosso, laddove una perdita d’acqua è sopravvissuta per mesi. Alla fine l’intervento è arrivato, ma dallo stesso rattoppo di asfalto pochi giorni dopo è tornata a sorgere una “fonte”. Tutto normale? Insomma. Per anni la giunta Cozzolino ha fischiettato verso il cielo davanti alla grande sete. Poi ha sostanzialmente perso un contenzioso e ha dovuto trasferire armi e bagagli ad Acea. L’unica preoccupazione dei suoi solerti assessori è stata a quel punto chiedere di corsa i soldi delle bollette, le ultime che riscuoterà, ai civitavecchiesi: una rata a primavera, una con scadenza al 31 agosto scorso. Intanto però gli stessi cittadini hanno passato un’altra estate all’asciutto, o con ordinanze di non potabilità che rimbalzavano da un quartiere all’altro. E a ottobre si ribussa a denari: è attesa tra un mese la prima fatturazione Acea. Pagare due volte in un anno per un “servizio” del genere ha dell’incredibile e poteva forse succedere solo in un Comune amministrato da chi, tra le sue cinque stelle, si fregia anche di quella dell’acqua “pubblica”.
Termina qui il quadro? Macché: e torniamo al discorso delle perdite. A Civitavecchia, non è un mistero ormai da anni, andrebbe semplicemente rifatta l’intera rete. Invece si procede con la inefficace strategia degli effimeri rattoppi.
Quella quantità di acqua che se ne va dritta nei tombini, senza passare dalle case, ora che è gestita da un privato, ha un costo. E i privati fanno la cosa più semplice, per loro, che c’è: mettono a bilancio sia gli interventi di riparazione che l’acqua sprecata. Poi dividono per gli utenti e chiedono il conto. La perdita idrica, e quella economica, finiranno quindi sulle spalle dei civitavecchiesi? Sarebbe il delitto perfetto. Annunciarla servirà a qualcosa? Chissà. Ribellarsi solo a bollette maggiorate già notificate potrebbe non essere la migliore delle risposte.