Siamo ormai a pochi mesi dalle elezioni europee ed amministrative, in cui Civitavecchia sarà chiamata a giudicare l’operato dell’amministrazione grillina.
Dubito che limitarsi a qualche intervento manutentivo messo in opera in questi ultimi giorni, dopo cinque anni di nulla amministrativo, possa far dimenticare ai cittadini l’inconsistenza politica e tecnica dimostrata da questa amministrazione.
La città è sporca, disseminata da buche e perdite idriche, non esiste una progettualità per l’occupazione, per i giovani, per gli anziani, per le imprese, per l’ambiente, per la cultura, per il commercio, nulla che possa far presagire la rinascita di Civitavecchia.
La costruzione di una valida alternativa non è più soltanto la naturale conseguenza del concetto di alternanza. La progressiva disgregazione della nostra comunità, inerme di fronte all’immobilismo settario dei 5 stelle, impone a mio avviso una profonda riflessione di tutte le forze progressiste e riformiste della nostra città, dalla quale credo debba emergere un forte senso del dovere, una presa di coscienza delle condizioni alle quali è stata ridotta Civitavecchia.
La nostra città potrà riemergere dalle sabbie mobili soltanto qualora prevalga il senso di responsabilità, se le forze migliori sapranno superare i personalismi che sino ad oggi le hanno divise, guardando invece alle grandi opportunità da cui trarre una sintesi.
In un momento reso ancora più difficile dalla semplicità con cui le forze populiste e sovraniste cavalcano le difficoltà del presente e l’incertezza del futuro, senza però contemplare la costruzione di soluzioni credibili, è preciso dovere di chi ha a cuore la nostra comunità lavorare per un’alleanza di centro sinistra, che si apra immediatamente al mondo civico delle professioni, delle associazioni, delle categorie, di tutte quelle realtà che rappresentano gli ultimi, sino ad oggi troppo spesso inascoltati.
E’ il momento dei passi indietro dei singoli per una decisa corsa in avanti della collettività; è il momento di costruire un progetto che sia prioritario rispetto alla scelta di chi potrà rappresentarlo e che vada oltre gli schemi del passato per una proposta programmatica seria, credibile e di ampio respiro, che conservi l’esperienza degli anni trascorsi messa tuttavia al servizio delle nuove idee, declinate per i problemi dei nostri tempi.

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