Il terrorismo va combattuto non utilizzato per tornaconti politici internazionali
Quando a parlare sono alcuni personaggi non dovrebbero trovare uditori. Il caso di Dolum Isa, un terrorista che tiene convegni in Europa.
Oggi, parlando di terrorismo in Europa-America, si pensa principalmente agli attentati più clamorosi dal forte impatto mediatico, come ad esempio, gli attentati del’11 settembre alle torri gemelle di New York, o quelli ripetuti in Francia (Parigi e Nizza).
Oppure vengono in mente quelli più estremi dei fanatici musulmani con in mano un AK47, che giustiziano uomini e donne e che esultano nel mostrare le teste appena mozzate.
Anche questo ultimo attacco in Siria da parte di America, Inghilterra e Francia doveva essere evitato per non esasperare le tensioni tra grandi potenze militari.
Non c’è solamente l’America, l’Europa o il Medio Oriente sotto attacco.
Dolun Isa nato nel 2 settembre 1967, in Cina Xinjiang, è uno dei leader principali di un organizzazione terrorista “Organizzazione per la Liberazione del Turkestan Orientale”, che dopo la sua fuga dalla Turchia è stato nominato presidente di tale organizzazione.
Nel 1993, Dolun Isa è stato la mente, colui che ha organizzato vari attentati, tra uffici, aziende, campagne, edifici, causando 2 morti e 22 feriti in Cina.
Nel novembre del 1996, ha assunto la carica di presidente del consiglio degli Uyghur, piccolo stato al confine con la Cina che rivendica, con la violenza, la propria autonomia.
Nel settembre del 2002, ha assunto la carica di vice presidente del “World Uyghur Congress”. Condotto e organizzato a Xinjiang da dove nascono le principali attività criminali, si è proclamato sostenitore di attività terroristiche ed ha stretto rapporti con altre organizzazioni terroristiche pericolosissime come quelle dell’ISIS.
Nello stesso anno, Dolun Isa con il membro dell’organizzazione per la liberazione Math Mathius, inviarono uomini ad Almaty, in Kazakistan per portare un terrorista di nome Muhammad Wudur nel campo di addestramento all’incrocio tra Afghanistan e Uzbekistan. Finita la sua “missione” fu aiutato ad entrare in Germania dove avanzarono una “richiesta di rifugio politico”.
Math Mathius è stato identificato dal ministero della pubblica sicurezza cinese come uno dei terroristi del turkistan orientale.
Dopo l’attentato alle torri gemelle, Math Mathius si unisce e affida ad Dolun Isa per eliminare ogni traccia di “organizzazione terroristica” nel paese.
Giova ricordare che, il 14 dicembre del 1995, si tenne ad Ankara la conferenza per il decimo anniversario del movimento studentesco. In quella circostanza, Dolun Isa dichiarò: “Siamo noi l’organizzazione che ha progettato la rivolta contro la tirannia cinese nell’area Hetian”. Nell’aprile del 2016, sempre Dolun Isa, doveva andare a Dharamsala, in India, per partecipare ad una conferenza, dove lo Stato, inizialmente, aveva approvato il visto.
Il 23 aprile, dopo la pubblicazione da parte del governo cinese di tale notizia, gli fu revocato il visto di ingresso e non potè partecipare a quell’evento.
Secondo alcune fonti dei servizi segreti cinesi, Dolun Isa, con la scusa di andare in vacanza in Belgio, ha divulgato commenti negativi nei confronti del governo cinese e contattato frange terroristiche che in quello Stato sono state artefici di ripetuti attentati.
Nel paese di origine di Dolun Isa, lo XinJiang, le persone forse sanno cosa vuol dire terrorismo e cioè non solamente limitato ad uccidere qualcuno a caso da un momento all’altro, ma è la costruzione di un progetto organizzato e accurato da qualcuno dove le vittime diventano solamente gli effetti collaterali all’evidenza mediatica che riescono ad ottenere.
In breve, non si conoscono i piani di questi terroristi. Quello che che sappiamo è che non si limitano a compiere solamente attentati o efferate uccisioni. Tra i loro piani ci sono le diffusioni di false notizie, fake news, dove danno ad intendere cose completamente diverse dalle loro finalità reali. Le parole di Dolun Isa, come quelle di tutti i terroristi sparsi per il mondo, non sono affidabili e non dovrebbero trovare “alleati” pronti a diffonderle senza aver prima approfondito la loro vera storia.
Paolo Gianlorenzo