Agricoltura, Confeuro alla Ue e all’Italia: “Prima l’ambiente, poi il profitto”
Il presidente Andrea Michele Tiso: “La politica delle monocolture estensive che prevedono l’impiego di pesticidi andrà progressivamente a finire, la stessa Ue sembra rendersene conto. Serve un nuovo approccio culturale consapevole e innovativo, che riconsideri i piccoli contadini che praticano l’agroecologia”
“Vogliamo augurare al neo Ministro dell’Agricoltura e del Turismo, Gian Marco Centinaio, un proficuo lavoro. Egli stesso si è ripromesso di favorire il rilancio dei nostri prodotti agroalimentari tutelandone l’immagine e premiandone qualità, salubrità ed eccellenza”. Ad affermarlo è Andrea Michele Tiso, presidente della “Confeuro”, Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo, nata per tutelare e favorire i piccoli produttori agricoli e le medie imprese del sistema primario e dell’indotto. Tiso specifica: “Abbiamo vissuto, negli ultimi lustri, scenari incerti. Tutti i precedenti ministri dell’Agricoltura si erano imposti di risolvere o comunque di analizzare con i protagonisti le iniziative da assumere per dare un senso all’esistenza anche dei piccoli agricoltori, che si alimentano ancora di terra e sole. Questo quadro difficile può provocare la nascita e l’inasprimento delle contrapposizioni tra agricoltori che lavorano, tutelando l’ambiente e i loro colleghi che impiegano tecniche futuristiche per spingere le produzioni, avendo per obiettivo esclusivamente il profitto, trascurando la cura dell’ambiente e inquinando massicciamente cielo e terra”. Alla luce di tutto questo, Confeuro è convinta che le soluzioni siano da ricercare in un nuovo approccio culturale consapevole e innovativo, che riconsideri proprio i piccoli ma indispensabili contadini che praticano l’agroecologia – agricoltura biologica, biodinamica e che con sapienza interrogano la natura con metodi compatibili. “Il persistere nell’uso consistente di prodotti agrochimici – afferma contrariato Tiso -, senza un piano razionale di interventi, non solo minerebbe la sopravvivenza delle piccole aziende del bio, ma minaccerebbe sul medio e lungo periodo, la salute collettiva. Non scopriamo nulla se affermiamo che i grandi gruppi agrochimici stanno trasformando le campagne in nuovi campi da gioco sui quali si accettano scommesse. La ricerca e l’evoluzione scientifica hanno dimostrato che i pericoli correlati all’uso dei pesticidi sono superiori ai vantaggi immediati. L’impoverimento della biodiversità è giudicato una grande minaccia per l’umanità”.
Altra preoccupazione per i piccoli agricoltori è, inoltre, la riforma della Politica agricola Ue che, oltre ai tagli sul budget 2021-2027, rischia di introdurre il concetto della flessibilità, che potrebbe portare alla “rinazionalizzazione” della PAC. “Un danno incommensurabile”, secondo Confeuro, preludio della fine delle attività agricole: “Occorre garantire alle aziende la sostenibilità economica. I produttori devono restare una priorità per la Ue. La riforma deve rimodulare i criteri con i quali vengono veicolati gli aiuti, di cui i primi beneficiari dovrebbero essere i piccoli agricoltori, impegnati nelle coltivazioni alternative, previste in un programma di riconversione all’agroecologia – propone come soluzione il presidente Tiso -. La funzione territoriale dell’agricoltura è ormai acquisizione della generale sensibilità di cittadini e pubblica amministrazione. Va segnalato peraltro, che questa funzione è interpretata quale condizione ed obiettivo che motivano la stessa PAC, con gli istituti ‘disciplinari’ denominati “condizionalità e greening” che confermano la visione “ambientalistica” a cui destinare le risorse Ue”. Quindi, Confeuro rivolge un appello ad allevatori, apicoltori e agricoltori: “Dobbiamo trovare insieme una soluzione al nostro problema che sia sostenibile per uomini, animali, terra e ambiente. E per raggiungere questo risultato serve una forte convinzione, spesso contrastata dagli interessi forti dell’industria agrochimica e sementiera. Per questo è fondamentale che la popolazione venga sensibilizzata e a noi occorre più tempo per consentire alla ricerca applicata di suggerire gli orientamenti e gli indirizzi produttivi, partendo dall’immediato con un concreto piano di riconversione che preveda la trasformazione dei sistemi agricoli convenzionali, in pratiche di coltivazioni agroecologiche, biologiche”. Insomma, prima la natura e l’ambiente, poi il profitto: “La politica delle monocolture estensive che prevedono l’impiego di pesticidi andrà progressivamente a finire, la stessa Ue sembra rendersene conto. Ci auguriamo che ponga in essere disincentivi e sanzioni per chi ne fa uso”, auspica il presidente Tiso.