Di Clorinda Ruzzi .

AL Traiano il  gennaio 2017  si riaccende anche con un successo di rilievo per  la prestigiosa compagnia gli “Anta & go”  ne : “Il malato immaginario ” di  Moliere”.  Adattamento in lingua napoletana.  Regia di Iolanda  Zanfrisco.    Questa  volta si tratta di una operazione veramente  ardita dove la  statura dell’autore, la valenza specifica dell’opera,  il confronto  linguistico  hanno  costituito una enorme responsabilità elaborativa ;  l’ esito, molto interessante, è da restituire nitido  alla  tradizione della commedia dell’arte.

Fluida , agile la regia  di Iolanda  Zanfrisco;   scena invasa dal letto monumentale del malato immaginario di tutti i tempi,  l’ipocondriaco attorno al  quale  si muovono in una   rutilante sarabanda tutti i personaggi.  Comunicazione asciutta,  misurata, autorevole quella di Vincenzo Coppolino,  Argante appunto, cui risponde in tono gradevolmente affettato il fratello, don Alfonso,  l’ironico  compitissimo Vincenzo di Sarno, fino  all’ultimo scroscio di applausi .E Iolanda  Zanfrisco (nel ruolo della   moglie di Argante) si distingue  nella gestualità studiata, puntigliosa   di una donna Sofia  insinuante,  quanto insidiosa.  Maria Rosaria Valery (la farmacista  Donna Assunta )   conferma,  anche nella gestualità teatrale,  il predominio della madre- padrona sul figlio  Carluccio (Jerry Caluana), destinato a non crescere mai. Carmela Pennino, dirompente, è la serva saggia, ruvida e  materna della famiglia;.Gennaro Donti  si diverte   nel piccolo cameo del notaio arruffone, Ciro Inguacchia  . Mauro D e Socio è un  Don Purgone felicemente  enfatico. Mirko  Liaci, l’innamorato di  Angelina, è un  tenerissimo  timidone, dai  modi carezzevoli.  Vivaci,  molto fresche le due figlie   Angelina  (Anna Mele) e Immacolata  (Laura Valery),  aggraziata la prima, quanto frizzante la seconda.

Scenografia e costumi, in particolare,  sono gli elementi destinati a lasciare un commosso ricordo di bellezza,  colore,  luminescenze, nostalgia della nobile tradizione di arredo teatrale  creato  con competenze artigianali   che oggi purtroppo nel chiasso sempre più veloce  delle tecnologie avanzate vanno a morire, come  finiscono gli antichi mestieri ; in proposito il pensiero grato va  a Peppe Zanfrisco e alla passione con cui  Iolanda  Zanfrisco ce lo fa  ammirare ancora nelle sua  vitalissima creatività, quella che anche lei    ha ereditato e continua  a coltivare. Ottima la scenografia di Salvatore Agnello;  accurata  direttrice di scena Nicoletta  de Paolis.

Al prossimo appuntamento, dunque, rinnovando il mio  grazie, anche  per l’impegno sociale che  il gruppo generalmente assume  per campagne  di aiuti  patrocinate dal Rotary di Civitavecchia  di cui Vincenzo di Sarno è socio e da altre associazioni   affini,  come il Lyons.

 

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