Allontanamento bimba, Spavone: «Ladispoli non è Bibbiano ma ci somiglia»
Lettera aperta al sindaco Grando
LADISPOLI – «Giulio Andreotti diceva che a pensar male si faceva peccato, ma spesso ci si azzeccava. Ladispoli non è Bibbiano, perché non ci sono scosse elettriche e non ci sono disegni alterati, non ci sono intercettazioni , non ci sono indagini né politici o operatori agli arresti. Finora. Per tutto il resto, ci si avvicina molto». Ancora sotto i riflettori il caso di Sofia, la bimba che lo scorso anno è stata allontanata dalla mamma dopo una segnalazione della scuola ai servizi sociali del comune. A parlare, in una lettera aperta inviata al sindaco di Ladispoli, Alessandro Grando, è Vincenzo Spavone, presidente della Fondazione europea Gesef (genitori separati dai figli). «Nelle ideologie e quindi nelle metodologie, nelle relazioni senza contraddittorio, negli incontri senza verbalizzazioni, senza la presenza di nessuno se non gli stessi operatori coinvolti. E per l’uso indiscriminato del’art 403 del Cc (che dà pieni poteri ai servizi sociali) da utilizzarsi come ultima ratio ed invece …… diventa la normalità. E’ sempre lo stesso schema: da una parte i servizi sociali buoni e paladini dei bambini; dall’altra le famiglie cattive e inadeguate a crescere i propri figli. Chi ha ragione? Certo se lo chiediamo solo a Cappuccetto Rosso, il Lupo è e sarà sempre cattivo. Nel caso della bambina bulgara sottratta dai servizi alla famiglia per motivi più strumentali che reali (dietro ci sono tutt’altre faccende), la prassi dell’amministrazione comunale di Ladispoli somiglia molto a quella di Bibbiano. Abbiamo un Assessore preposto che difende dogmaticamente – anche a mezzo stampa – l’ azione dei servizi, ed un Sindaco che invece si dichiara incompetente rispetto alla condotta degli operatori suoi dipendenti». Nella sua lettera Spavone siega di aver chiesto un incontro al primo cittadino «dato che il suo partito di appartenenza combatte tutto questo a livello nazionale: inutile sottolineare il suo rifiuto. Caro Sindaco – prosegue il presidente della fondazione europea Gesef – noi siamo qua a ricordarLe cosa dovrebbe fare un Primo Cittadino. Per i suoi concittadini, per i loro Bambini, e per i Valori della Famiglia – cui coloro che l’hanno votata credono fortemente e non ammette tradimenti».