La nostra società è improntata sul culto dell’immagine. Siamo aggrediti dalle immagini. Basti pensare alla televisione, ai computer e ai social, agli smartphon e ai suoi selfie, la pubblicità, alle telecamere piazzate ovunque nelle strade, nelle banche, nei supermarket, nelle case, nelle macchine, ecc. tutto sembra sempre più sotto il controllo dei nostri occhi e dell’occhio di un “grande fratello” che ci spia, ci osserva, ci guarda. Il primato tra i nostri 5 sensi fisici spetta alla vista. E così siamo ossessionati dall’apparire, dall’ostentare, dal farci vedere e al tempo stesso dal guardare. La vista è il senso per eccellenza proiettato all’esterno, a seguire viene l’udito e poi tutti gli altri. Ma che uso facciamo dei nostri sensi? Per lo più li usiamo condizionati dalla cultura e dalla mentalità che ci permeano sin da quando siamo piccoli. Veniamo osservati, educati, addestrati, indottrinati e così, crescendo, impariamo a fare così con gli altri. Veniamo cresciuti dal controllo dei genitori, degli insegnanti, dei mezzi di comunicazione per continuare ad esserlo dai datori di lavoro, dagli amici, dai partner, dai vicini di casa, dal sistema in generale. Tutta la nostra vita è sempre di più sotto controllo! Arriverà un giorno dove non ci sarà più la moneta contante e ogni nostro movimento, gusto, scelta verranno osservati, stimati e catalogati da un algoritmo per mezzo della nostra carta di credito. Con queste premesse è facile capire perché viene spontaneo controllare anche in amore. “Ciao tesoro, dove sei?, Che fai? Con chi stai parlando?”, sono i messaggi più frequenti nelle chat e le frasi più pronunciate nelle conversazioni telefoniche. L’occhio è vigile e attento sugli altri e su ciò che fanno! Da questo valutiamo quanto valgono le persone, quanto ci amano, quanto ci sono fedeli. È sempre più frequente controllare il cellulare del partner, la sua pagina facebook e i suoi contatti e dove si trova, visto che sono state attivate le funzioni di rilevamento della posizione attraverso il segnale satellitare. Come nel caso di una coppia che ho seguito nella crisi coniugale scatenata dal fatto che lui ha detto alla moglie di doversi recare a Tarquinia per una cena di lavoro ma la moglie ha scoperto da facebook che, invece, il suo smartphon rilevava la sua posizione a Ladispoli. Siamo sotto il controllo del sistema e sotto il controllo degli altri e a nostra volta controlliamo. L’apparenza e l’immagine diventano culto, religione, stile di vita, ossessione. E così curiamo il look, il peso, il trucco, ricorriamo alla chirurgia estetica, al fitness, allo yoga, per essere visibilmente belli, in forma, benestanti, sani, giovani e alla moda. Ci riconosciamo per come appariamo, ci seduciamo l’un l’altro con la vista, mangiamo con gli occhi e ci giudichiamo guardandoci di traverso, ci escludiamo girando lo sguardo, ma soprattutto ci spiamo per controllare! Questo nostro stile di vita così centrato sul controllo visivo degli altri e della realtà ha già oltrepassato da un pezzo la soglia della decenza ed è già diventato patologicamente ossessivo.  Al di là di quanto siamo condizionati e formati i sensi fisici sono cinque e poi ci sono i sensi psichici, il nostro sentire interiore, di pancia, il nostro intuire, il nostro sapere. Dimensioni certo sottili, non pesanti e oggettive come la vista e l’udito, e quindi difficili da sviluppare ma ci sono e hanno molto a che fare con i sentimenti quali l’amore e l’amicizia. Mi domando com’è possibile che ci sia bisogno di controllare, fotografare, registrare, spiare gli altri per sapere chi sono e se ci amano quando magari ci viviamo insieme da vent’anni! Dov’è finito il nostro sentire? Dov’è finita l’empatia? Dov’è finito il nostro intuito? Se una persona ci ama o ci è amica lo si dovrebbe sentire e percepire interiormente. La modernità sta atrofizzando la vita interiore e sta penetrando subdolamente i nostri rapporti sociali e affettivi. Come antidoto al veleno del controllo ricordo sempre ai miei pazienti e prima di tutto a me stesso due concetti fondamentali: 1) Esiste un controllo sano ed un controllo malato. Il controllo malato è quello verso gli altri e verso la realtà. Gli altri hanno diritto alla loro privacy e al loro libero arbitrio essendo persone e la realtà non è sotto il nostro dominio non essendo noi Dio! Il controllo sano, invece, è verso noi stessi. Riscopriamo i nostri sensi interni, impariamo ad ascoltarci, a guardarci dentro e a governare la nostra mente! 2) Invece di cercare ossessivamente un senso nella vita, un senso nelle cose e negli altri ricordiamoci che il buon Dio di sensi ce ne ha dati parecchi, cinque sensi fisici più quelli psichici e spirituali. Riscopriamo la bontà di gustare, toccare, sentire, intuire, capire e colorare il mondo che circonda e le persone che frequentiamo.

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