Rosa Rinaldi candidata alla Presidenza della Regione Lazio per la lista UNIONE POPOLARE sarà a Civitavecchia Mercoledì 1 febbraio ore 17,30 presso il Re-cycle Cafè in Via Montegrappa 20 per incontrare i cittadini.
La rivoluzione dal basso a Civitavecchia: fuori dal fossile per il lavoro, la salute e l’ambiente
CIVITAVECCHIA – A Civitavecchia è in atto una rivoluzione dal basso: l’intera città è finalmente compatta nel rigettare il progetto di una nuova centrale a turbogas in un territorio dove ENEL ha già tre centrali termoelettriche: Torvaldaliga nord a carbone, Tirreno Power e Montalto di Castro.
Dopo 70’anni di inquinamento e di morti di cancro, ENEL avrebbe perseverato con l’energia fossile senza essere in grado questa volta di garantire occupazione. Il territorio di Civitavecchia ha conosciuto il ricatto occupazionale ed il duro scontro tra ambiente e lavoro quando la centrale fu convertita a carbone, nel 2003.
Oggi, dopo vent’anni, la Città di Civitavecchia, Comitati cittadini, Sindacati Metalmeccanici e aziende dell’indotto rigettano unitariamente l’energia fossile proposta da ENEL, in quanto al danno ambientale si aggiunge una crisi occupazionale senza precedenti.
L’aspetto qualificante della rivoluzione in atto a Civitavecchia è la proposta alternativa: non si dice solo “NO” al fossile ma anche un “SI’” all’ambiente, alla salute ed alla piena occupazione grazie alla decisa svolta verso le energie rinnovabili: eolico off shore, fotovoltaico, idrogeno verde. L’inquinamento delle navi da crociera, ferme in rada, è oggi più impattante della stessa centrale. Un porto ad emissioni zero farebbe di Civitavecchia un modello capace di richiamare parte degli investimenti del “Next generation U.E.” e del PNRR. La creazione e la manutenzione dei nuovi impianti ad energia rinnovabile assorbirebbe manodopera 8/10 volte superiore a quella richiesta da una nuova eventuale centrale a gas. Il polo energetico di Civitavecchia ha quindi un’importanza strategica non solo regionale ma nazionale: Torvaldaliga è una delle quattro centrali a carbone italiane (con Brindisi, Vado Ligure- La Spezia e Fusina -Venezia) che andrebbero chiuse entro il 2025 in base all’agenda europea, in marcia verso la riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030. L’obiettivo richiede all’Italia un’accelerazione netta verso le rinnovabili mentre la Regione Lazio dovrebbe concretizzare la riconversione energetica, realizzando i progetti di eolico off shore già messi in campo. L’obiettivo è stato messo in discussione sia dal Governo Draghi che dal Governo Meloni: il conflitto in Ucraina, sembra spingere Civitavecchia nuovamente verso il carbone. Proprio la guerra in corso ed il costo delle materie prime dovrebbero invece spingere la Regione Lazio verso scelte tecnologiche innovative, rivolte allo sviluppo futuro che non può che essere sostenibile, attirando investimenti e creando occupazione di qualità. Quella che si sta giocando intorno al polo energetico ed al porto di Civitavecchia è una grossa partita, significativa della direzione che il governo e i poteri forti (ENI ed ENEL in testa) vogliono imprimere al futuro e al ruolo in Europa dell’Italia. Per questo Unione Popolare si schiera nettamente a fianco dei Comitati e delle associazioni di lavoratori e di categoria, a sostegno del definitivo abbandono dell’energia fossile ed una portualità a zero emissioni.
Rosa Rinaldi – UNIONE POPOLARE