Angeloni: “La vecchia Cariciv è morta. Tedesco apra un tavolo costituente”
“A che serve questa Cariciv? Dopo la catastrofica sentenza di Lugano è il momento che la città e per essa la politica si interroghino sulle varie soluzioni che a mio modo di vedere sono tre: il commissariamento ad opera del Prefetto, la fusione con un’ altra fondazione (Rieti o Viterbo). Ma quella più auspicabile è senz’altro la trasformazione in una Fondazione, secondo il Codice del Terzo settore, recentemente aggiornato.
Immagino una Fondazione con un management che costi meno di un terzo, che dia voce a tutte le società sportive, le associazioni culturali e del volontariato del territorio.
In questo senso rivolgo un appello al sindaco Tedesco per l’apertura di un confronto leale e reale tra le varie forze politiche.
Un richiamo lo rivolgo anche al neo segretario del PD Piero Alessi, visto che il PD è autorevolmente rappresentato nell’attuale, inutile, vertice della Cariciv che dovrebbe favorire questa trasformazione.
Dal tribunale di Lugano, infatti, arriva l’Amen definitivo per la Cariciv. Dei 25 milioni di euro investiti nella truffa svizzera, tornano a casa appena 5/600 mila euro al netto delle spese legali (700 mila euro) e degli accantonamenti.
Ora, con un capitale di meno di 29 milioni investiti in polizze e obbligazioni, la Fondazione non è in grado di reggersi in piedi anche se in management non se ne è ancora accorto (o forse gli conviene conviene far finta di niente).
Il falò dei soldi dei civitavecchiesi negli ultimi dieci anni è stato mostruoso. Dopo la vendita degli sportelli bancari al San Paolo, il capitale, compresi gli immobili, avrebbe dovuto aggirarsi sui 75 milioni. Ne sono rimasti, invece, circa 47 (compresi gli immobili di proprietà) consumati attraverso continue e illegittime elargizioni tra cui spiccano i 5,3 milioni bruciati nell’avventura scellerata di Mecenate TV, nata senza speranza e conclusasi con il fallimento annunciato, che è continuato costare anche nel 2021, poco più di mezzo milione di euro.
Dal 2015 in poi è stato uno stillicidio: -20.832.820 disavanzo 2015 (la truffa) , -797.204 disavanzo 2016, -580.409 disavanzo 2017, – 1.490.599 disavanzo 2018, – 1.020.402 disavanzo 2020. Quest’anno arriverà il momento di assorbire tutti i 25 milioni di perdita (a bilancio c’è solo una voce patrimoniale negativa di meno di 21 milioni).
Anche se è difficile immaginare che possa andare peggio di così, il futuro è nero. Le spese continueranno a spolpare la Cariciv fino all’osso.
Mantenere in piedi questa Cariciv (dati da Bilancio al 31/12/2020) costa 950 mila euro l’anno, e gli interessi su meno di 30 milioni capitale difficilmente basteranno.
Il management attuale è inutile, sovraffollato e troppo costoso. Si tratta di una quarantina di “intoccabili” a cominciare da una presidente (36 mila euro), un vice presidente (15.500 euro), un direttore generale (19.419 euro), tre componenti del CDA e 14 membri dell’Organo di indirizzo (56 mila euro), un Collegio di tre Revisori (18.200 euro), sei impiegati (170.446 euro) e altri 90 mila euro di consulenti fiscalista, notaio, avvocati, consulente del lavoro, perito ed ,infine, l’Advisor (48 mila euro) che da dopo il crack della truffa propone gli investimenti “giusti”.