In fumo 4 milioni e mezzo di capitale della Fondazione in tre anni. Il nuovo editore l’ha chiusa dopo un mese licenziando tutti in tronco, meno due.
“Il presidente della Cariciv Vincenzo Cacciaglia incassa anche la fine infausta del gioiellino di famiglia, la controllata Mecenate, la sua più costosa creazione, l’unica televisione al mondo di proprietà di una Fondazione bancaria, affittata ad un editore che ora ha licenziato tutti i dipendenti (compresa la figlia del presidente) meno due (uno è il figlio di un consigliere).
Quando di fronte all’evidenza dei numeri fallimentari il presidente Cacciaglia è stato costretto a dire basta (probabilmente dal Mef o dai Revisori), la TV è passata ad un privato e si è rivelata per quello che era: più che Mecenate una vera e propria Poppea, nata per essere mantenuta da mamma Fondazione, (sarebbe meglio dire papà Fondazione): 125 mila euro, tanto ha prodotto in pubblicità nel 2014, pochi spiccioli, mentre ammonta 3,6 milioni il capitale della Fondazione consumato da allora nella folle impresa di una TV comprensoriale pagata circa 800 mila euro. E c’è in piedi ancora un prestito infruttifero di 900 mila euro la cui infausta sorte è ormai preda degli scommettitori.
Un mese ed il nuovo editore si accorge che la TV è un secchio senza fondo, un’impresa senza i minimi razionali economici.
Ora regna l’incertezza: non si conosce il bilancio 2016, non si sa di quali calcoli, di quali aggiustamenti o di quali lavorazioni abbia bisogno, non si sa chi deve pagare il Tfr ai lavoratori, non si sa quali sono i “più fortunati” giornalisti che incasseranno il sussidio dell’Inpgi,. Soprattutto non si sa se ci sono altri debiti rimasti ancora occulti.
Sta di fatto che all’assemblea dei soci è stato fatto approvare il bilancio della Fondazione senza poter conoscere i conti di Mecenate benché controllata al 100%. Si avvicina la semestrale e sono proprio curioso di vedere quali provvedimenti prenderà il nuovo consiglio di amministrazione”.
Lo ha comunicato Fabio Angeloni.