Caos nel servizio navette. Port Mobility è l’unica che ci guadagna. Troppo!
“Nel caos del servizio navetta in porto, dopo l’uscita di scena della Royal Bus, ci hanno rimesso i croceristi, i lavoratori, il comune, ovviamente l’imprenditoria locale e la qualità del servizio.
L’unica a guadagnarci è Port Mobility che tramite il malvezzo delle gare a ribasso, fino al 17,5 per cento ha portato così a casa almeno 180 mila euro l’anno.
La società nata pubblica, negli anni ha cambiato mani ed è stata privatizzata, ma solo “a metà”. Continua, infatti, ad avere entrate garantite da denaro pubblico e da tariffe pubbliche. In compenso i suoi vertici hanno stipendi da banchiere, guadagnano venti mila euro al mese, il 50% in più di del presidente dell’Authority e, ultima stranezza, si chiamano tutti con lo stesso cognome.
Ora però la situazione sembra essere completamente sfuggita di mano a Port Mobility.
Da quando ha estromesso Royal Bus, i servizi sono tanto peggiorati che è iniziato il fai da te dei tour operator (vedi la Medov). E dire che Port Mobility nasceva esattamente per il motivo contrario.
Il porto è divenuto più caro per i croceristi che oltre alla quota fissa già calcolata sul biglietto, pagano 5 euro per un servizio “aggiuntivo” della Medov largamente sovrapponibile a quello offerto dai bus comunali a due euro. Tanto sovrapponibile che la Caperna Bus che porta i croceristi fino alla Cattedrale (biglietto 5 euro) per conto della Medov è la stessa Caperna Bus che li consegna a largo della Pace gratis, per conto della Port Mobility.
Il Comune e gli imprenditori locali portano a casa lo stesso sconsolante risultato: il porto fa a meno di loro e li ignora del tutto. Punto.
Ma il fallimento più grave che Port Mobility regala alla città è quello che riguarda le promesse e le garanzie occupazionali, tutte mancate. Il mese scorso Royal Bus ha liquidato tutte le spettanze e gli arretrati, ma per i 36 licenziati non si è vista nessuna riassunzione malgrado le promesse, ed i colloqui. Ora sembra tutto svanito nel nulla e dal sito di Port Mobility sono sparite anche la ricerca di personale e la richiesta di curriculum per autisti.
Sei sono rimasti a terra, mentre gli altri hanno trovato solo un impiego stagionale presso le ditte subentranti che hanno praticato i ribassi. Lavoro a tempo, invece che il posto di lavoro fisso, stavolta senza nessuna giustificazione di crisi economica, ma solo una mera speculazione e una perversa e mal negata volontà di penalizzare i civitavecchiesi”.
Così in una nota Fabio Angeloni