Angeloni (PD): nel porto dei veleni è partita la Riforma. Inaccettabili i ricatti sull’occupazione
“Nel porto dei veleni, è in atto una vera e propria bonifica firmata Di Majo e Macii in nome della legalità e della riforma. Il cambiamento è profondo e inizia dall’interno dell’ADSP: dirigenti dimessi, rimossi ed emarginati. La reazione è scomposta con i politici che restano aggrappati alle poltrone, come il grillino Fortunato da due mesi decaduto dal Comitato Portuale ma mai sostituito dal sindaco Cozzolino, Port Mobility che fa scattare il ricatto dell’occupazione, il caso delle tariffe Total Erg che finisce in senato.
Tra dispute e veleni la difesa del posto di lavoro è l’unico obiettivo da difendere, l’unico per il quale la politica – tutti insieme – deve ora spendersi, accompagnata da un sindacato che sappia interpretare la trasformazione in atto.
Per il resto è bene che Di Majo abbia mani libere e solidarietà politica ad accompagnarlo: finché i numeri saranno positivi – e quelli della sua gestione fin qui lo sono – possono lamentarsi quanto vogliono.
Port Mobility
Il ricatto occupazionale con cui Port Mobility ha smosso e facilmente commosso i sindacati è un vero e proprio boomerang che rischia di colpire la stessa Port Mobility.
Infatti il codice identificativo di gara, di cui la società di Azzopardi lamenta la mancanza additando l’ ADSP, non lo assegna affatto l’Autorità portuale bensì Autorità Anti corruzione e non ad una singola società bensì alla gara di appalto o alla procedura di aggiudicazione.
Ora, ma di quale procedura o di quale gara stiamo parlando? La mancata assegnazione del codice dell’Autorità Anti corruzione da parte di Cantone, può significare ben altro.
Port Mobility non si è mai aggiudicata nessuna gara . Era Nata come una società pubblica – di qui l’affidamento diretto – ma qualche tempo dopo è stata privatizzata per iniziativa dell’ ex presidente Pasqualino Monti.
Così un servizio da 390 milioni (13 milioni l’anno per trent’anni) regolato da tariffe pubbliche in gran parte pagato con denaro pubblico è finito nelle mani dell’attuale management dove tutti portano lo stesso esotico cognome e guadagnano venti mila euro al mese. Ora pare che la cura Di Majo inizi a fare effetto e che due rampolli Azzopardi siano stati messi a parametro zero.
Nel frattempo Port Mobility dovrà vedersela in tribunale con Royal Bus, la società civitavecchiese che per prima ha sollevato formalmente dubbi sulla concessione e presentato il conto degli arretrati con un decreto ingiuntivo da oltre 4 milioni ai danni di port Mobility.
Total Erg
Sul caso interviene con una interrogazione, il senatore Quagliarello (FI) lamentando le tariffe aumentate (da Monti) senza che fosse prodotto un motivo valido (da Monti) e avendo perso tutti i ricorsi dal Tar al Presidente della Repubblica (sempre da Monti). E Monti era una nomina degli azzurri Mattioli-Polverini-Lupi. Quagliarello se l’è dimenticato.
In compenso vorrebbe che l’ADSP fosse più reattiva anche di fronte alla magistratura amministrativa, per rimediare agli errori ….Di Monti .Capisco che Forza Italia provi a difendere la cassaforte elettorale di famiglia, ma finché i numeri sono in ascesa – e quelli della gestione Di Majo fin qui lo sono – possono lamentarsi quanto vogliono.
Fruit Terminal
Dalle “bananiere di una volta”, allo scarico veloce con le gru verticali dedicate. Cade un’altra rendita di posizione superata dai tempi e dal mercato che hanno più spazio di prima rispetto alla politica: la GTC dei gruisti Civitavecchiesi perde terreno, perché non è in grado di garantire un servizio efficiente. Parola… di socio. Firmato Civitavecchia Fruit Terminal, socio della stessa GTC, alla fine ha deciso di mettersi in proprio per risparmiare sui tempi in banchina”.
Lo ha dichiarato Fabio Angeloni, Pd.