“Per l’unità a sinistra era necessario superare la fase politica legata alla segreteria Leopardo nata dallo strappo del 2013, dalla congiura del porto contro la giunta a guida PD e dalla forte  contrapposizione con Sel e Monti che ne seguì.
Le cene, le “sfide mediatiche” e i confronti di questi giorni dimostrano la volontà di voler chiudere quella lunga parentesi. E’ iniziato un cammino a tappe a cominciare dalle prossime elezioni politiche e regionali in cui il PD dovrà dialogare con tutta la “sinistra”, compreso quella “sparsa” che si è nel frattempo momentaneamente rifugiata nell’astensionismo.
La candidatura di Germano Ferri in questo senso è fortemente funzionale perché è un “nativo Pd”, il che lo tiene  a riparo da ideologie e nostalgie. E’ una figura che in sé chiede di “cambiare”, in una città dove antiche  presenze e nostalgie si mescolano ad invidie storiche e personalismi, finendo per ingabbiare da anni l’azione del PD. E questo non ha più niente a che vedere con la memoria ed il rispetto per le Storie che sono il patrimonio culturale della sinistra e del PD.

Con Ferri, il PD dimostra che si può diventare segretario di sezione studiando e laureandosi in medicina, occupandosi al tempo stesso di condizione degli universitari e di sociale. Insomma anche nel PD c’è giovane e giovane.
Perché anche nel PD c’è chi da giovane ha già dimostrato alta propensione all’inciucio in base alla propria non controllabile ambizione. Chi lo contrasta, perché Ferri è ufficialmente iscritto da marzo, è iscritto da meno di lui e ha fin qui negoziato tessere e azioni nell’ufficio di un noto imprenditore che però rimane nell’ombra”.

Lo ha dichiarato Fabio Angeloni.

 

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