Aquae Tauri, l’amministrazione ci crede

CIVITAVECCHIA – “Ho fatto aumentare i fondi per gli scavi e sto interessando investitori privati perché credo nella realizzazione di un grande parco archeologico naturalistico termale a Civitavecchia”. È questa la novità emersa nel corso dell’interessante mattinata su “Aquae Tauri: da sogno a luogo del cuore Fai”, ospitata all’aula Pucci alla presenza degli studenti degli istituti superiori cittadini. Perché è dai ragazzi, hanno spiegato gli organizzatori, che si deve partire per  trasmettere quell’amore per la propria città e le sue ricchezze, paesaggistiche ed archeologiche, per dare una vera svolta al territorio. E Civitavecchia, di questi gioielli, è ricca. Tanto che l’obiettivo, come hanno ribadito gli esponenti dell’amministrazione comunale presenti, è proprio quello di valorizzare il patrimonio archeologico culturale cittadino, anche e soprattutto nell’ottica di attivare percorsi turistici e, di conseguenza, avere importanti ricadute dal punto di vista anche economico. “Siamo convinti, proseguendo sulla strada avviata dalla precedente amministrazione – ha aggiunto Tedesco – di rilanciare quello che è un sito che, in questi cinque anni, ha visto il coinvolgimento di tutta la città nella sua riscoperta e nel lavoro di valorizzazione, fino ad arrivare ad essere scelto come luogo del cuore Fai. Ecco perché, seppur nei limiti del bilancio, ci siamo impegnati per aumentare il contributo del Comune, attivandoci per intercettare l’interesse anche dei privati”. Ed è proprio questa sinergia pubblico-privato che, secondo la dottoressa Rossella Zaccagnini (Sabap per l’Area metropolitana di Roma, l’Etruria meridionale e la provincia di Viterbo) rappresenta la formula vincente. “Siamo stati vicini ad Aquae Tauri e a chi, volontariamente – ha spiegato – ha deciso di impegnarsi per questo sito. Ora è necessario coinvolgere le nuove generazioni in quello che è un progetto della città: questo può essere l’inizio della svolta”.  La riscoperta del sito, il grande lavoro dei volontari, l’interesse delle università di Bologna e della Sapienza di Roma. Nel corso del convengo, con i contributi di anche di Stefano De Togni (Università di Bologna, responsabile del cantiere archeologico), Giuseppe Morganti (presidente Fai Lazio e capo delegazione Roma) e Daniele Di Giulio (capogruppo Fai di Civitavecchia), è stato ripercorso il lavoro svolto dal 2015 a oggi, svelando agli studenti presenti quel gioiello rappresentato Aquae Tauri. “Un sogno realizzato”, come sottolineato dal presidente della Fondazione Cariciv Gabriella Sarracco. Un esempio di “archeologia pubblica, per la prima volta a Civitavecchia” l’ha definito Enrico Ciancarini, presidente della Società Storica, in prima linea per la valorizzazione del sito. “Ancora oggi – ha spiegato – il 90% dei civitavecchiesi non sa dove si trova Aquae Tauri. Qualcuno, cinque anni fa, ci ha definito pazzi, ma il tempo ci ha dato ragione, come dimostrato anche dall’attenzione accademica attorno al Calidarium. Oggi le opportunità a livello turistico ed economico sono incredibili”. Soprattutto se messo a sistema insieme agli altri siti cittadini. “Stiamo lavorando – ha infatti aggiunto l’assessore ai  Beni Monumentali Manuel Magliani – per la valorizzazione di una serie di siti, dalla Terme alle vestigia sepolte sotto piazza Vittorio Emanuele. Nel frattempo a breve potrebbe giungere a compimento il percorso per la riconsegna del Forte Michelangelo al Comune di Civitavecchia”. “L’obiettivo – ha concluso il presidente della commissione cultura Simona Galizia – è risvegliare le coscienze, programmando soluzioni a lungo termine e stando accanto a coloro che presenteranno progetti importanti di valorizzazione in questo senso”.

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Foto Francesaco Cristini