Assassini seriali. Andrei Romanovich Chikatilo il serial Killer comunista. (2^ parte)
(continua dalla scorsa edizione)
A seguito degli eventi bellici, il padre parte militare, venendo poi fatto prigioniero dai tedeschi. Dopo aver riacquistato la libertà, al suo rientro in patria, viene bollato quale traditore e vile, (la Russia stalinista, era così che considerava i suoi reduci di guerra), fatto per il quale, Andrei nutre grande vergogna; avrebbe certamente preferito un padre morto in battaglia, così da essere considerato il figlio di un eroe di guerra e non di un codardo sfigato.
Intanto, durante il periodo in cui il padre era in guerra e quello della prigionia, Andrei dormiva con la mamma cominciando a soffrire di alcuni episodi di enuresi notturna, per i quali veniva energicamente ripreso, punito ed umiliato dalla stessa donna, suscitando nel ragazzo forte disappunto ed odio, nei confronti di quella che era colei che lo aveva generato e naturalmente una donna.
Vi fu poi un altro episodio, di cui non si hanno precise notizie, rimasto per questo poco chiaro, in cui la mamma, sembra fosse stata rapita davanti ai suoi occhi da alcuni soldati tedeschi, come altri eventi in cui da piccolo era stato beffeggiato e schernito per vari motivi dai suoi compagni di scuola, tra i quali, quello di un’impotenza fisica/sessuale che cominciava a mostrarsi prepotentemente e quello relativo alla povertà della sua famiglia, che potrebbero aver contribuito a dare l’inizio alla carriera di serial killer di Andrei.
Tuttavia, non tutti i bambini che hanno subito gravi ingiustizie, povertà, mancanza di affetti, umiliazioni e vissuto episodi sconvolgenti nella loro infanzia ed età adolescenziale, hanno poi sviluppato da adulti psicopatie che li hanno condotti a commettere crimini efferati.
Ne sono l’esempio bambini abbandonati in orfanotrofi ed il caso del “Mostro di Foligno”, Luigi Chiatti, che abbandonato dalla mamma subito dopo la nascita, una cameriera, tale Maria Rossi, e ospitato sino all’età di sei anni presso un brefotrofio di Narni, fu poi adottato dal medico Ermanno Chiatti e dalla moglie Giacoma Ponti, uccidendo poi serialmente in età adulta, due poveri bambini. Mentre altri bambini, che più o meno, hanno subito le stesse vicissitudini infantili, ospitate pure nello stesso orfanotrofio o simili, non hanno poi mostrato o comunque sviluppato da adulti, le stesse psicopatie che li hanno condotti ad agire come serial killer, vivendo in età adulta, una vita più che normale.
Tornando all’argomento in trattazione, siamo ora nel 1955, Andrei Romanovic Chikatilo, compie 19 anni e viene chiamato a svolgere il servizio militare, quando denuncia di essere stato violentato, seppur il regime dell’epoca, considerava l’omosessualità un grave crimine.
Poi, una serie di incontri con alcune donne, dimostrano ancora una volta la sua impotenza e la sua celata omosessualità, rimanendo peraltro pesantemente schernito ed umiliato da alcune di esse. Azioni, che hanno finito per innescare in lui, oltre che il disinteresse, anche l’odio nei confronti del genere femminile.
Vista la sua ormai manifesta condizione e contro ogni apparente logica, nel 1963, sposa un’amica della sorella, tale Feodosia o Fayna, una donna non molto appariscente, ma con un carattere deciso e forte, dalla cui unione, nascono, rispettivamente nel 1965 e nel 1967, Lyudmil e Yuri, anche se i rapporti sessuali, sembra siano stati quanto mai fugaci e distaccati e non propriamente idilliaci. Fayna, ebbe nei primi periodi della relazione, dapprima a giustificare l’impotenza del marito, con la sua apparente timidezza e riservatezza, per poi giungere alla determinazione, che invece, dei rapporti con le donne, allo stesso, non sarebbe interessato proprio nulla.
La vita trascorre ora con apparente normalità. Marito gentile e premuroso, molto vicino ai figli ed attento alle loro esigenze; Chikatilo, ottiene un posto come tecnico dei telefoni, mentre frequenta un corso universitario per poi giungere al suo termine, a laurearsi in Letteratura Russa, ottenendo successivamente presso un istituto scolastico, dall’anno 1971, un incarico di docente.
(continua nella prossima edizione)