(segue dalla scorsa edizione)
Dopo questa, consueta e brevissima panoramica storico-socio-geografica dei luoghi ove è nato ed ha agito Cayetano Santos Godino, torniamo a raccontare la sua storia e le sue efferate vicende.
Si narra che il padre, un musicista, fosse affetto da sifilide, una patologia quanto mai devastante che diffusa in quelle epoche, ove prostitute e bordelli, privi di controlli e delle più elementari norme d’igiene, proliferavano in ogni dove. Ma, si dice di lui, che non fosse nulla di buono e che usasse picchiare e commettere sovente violenze nei confronti dei suoi figli.
Non è certo da sottovalutare il fattore che la sifilide era stata contratta dal padre, Fiore Godino, prima del suo concepimento e, che proprio per questo, può aver avuto esiti nefasti sulla crescita di Cayetano, tanto che il bambino risultava gracile, minuto, presentando delle orecchie molto grandi e fuori della norma, oltre che naturalmente, incidere sulla sua psiche.
Santos Godino, già dalla sua più tenera età, usava torturare, seviziare ed uccidere, piccoli animali, come uccellini e gatti, unitamente al compimento di atti di piromania e comportamenti violenti, trovando appagamento e gratificazione da questi atti, mostrando totale insensibilità verso i poveri animaletti.
In proposito, secondo la teoria della Triade di MacDonald, ipotizzata nel 1963, un bambino che presenta i comportamenti sopra descritti, anche unitamente ad episodi di enuresi notturna, e cioè orinare nel letto oltre l’età in cui ciò è ritenuto un episodio normale, costituirebbe un segnale alla predisposizione a commettere crimini già dall’età adolescenziale. E’ bene comunque evidenziare, che recentemente, alcuni studiosi hanno messo in discussione tale teoria criminale, in quanto a dire degli stessi, i bambini sarebbero invece mossi, dalla noia, dall’emulazione delle punizioni impartite agli animali domestici dai genitori e da altre motivazioni, come sentimenti di frustrazione, o la necessità di dimostrare di possedere un carattere duro e privo di empatia.
Tuttavia, nonostante il periodo economico positivo, la vita, specie per gli immigrati, non era certamente facile, così come le condizioni e le relazioni sociali, resa dura e faticosa ed è proprio in questo contesto comunque complesso e difficile, che Godino, soprannominato “il piccolo orecchiuto”, o “Petiso Orejudo, la Peste dalle Grandi Orecchie”, proprio a causa dei suoi pronunciati padiglioni auricolari, viene ancora oggi ricordato con riluttanza ed orrore, come il più crudele serial killer che l’Argentina abbia mai avuto.
Anche a causa il periodo storico in cui si sono verificati i fatti e nel quale le tecniche della ricerca della prova scientifica, erano molto esigue se non limitatissime, non è stato possibile attribuire molti omicidi a Cayetano Santos Godino, che lo si ricorda però per il suo modus operandi spietato, consumato con estrema atrocità e soprattutto per aver agito da giovanissimo, nell’età compresa tra i sette ed i sedici anni con estrema crudeltà, atrocità e assoluta mancanza di empatia nei confronti delle sue povere vittime, e per questo annoverano tra i serial killer più ripugnanti e giovani della storia.
E’ proprio in relazione all’età anagrafica in cui ha agito Godino, che tengo a rammentare, che non esiste un’età in cui questo genere di criminali agiscono e questa variabile, è chiaramente dimostrata anche dal caso in esame, come pure un tempo relativo alle così dette pause di raffreddamento tra un omicidio e l’altro, che possono variare da poche ore, a giorni, a mesi, sino addirittura ad anni.
In proposito v’è da dire, che generalmente, un uccisore seriale, a mano a mano che prende conoscenza e sicurezza della sua attività di uccisore, può sicuramente velocizzarsi, accorciando le pause di raffreddamento tra un crimine e l’altro.
(continua nella prossima edizione)